OSIMO – Quel maledetto 21 maggio scorso l’abitacolo dell’ambulanza veterinaria ferma sul ciglio della strada, quasi in bilico sul fossato, era pieno di sangue quando sono arrivati i soccorritori, sui sedili e sul vetro del parabrezza. Un corpo era riverso sul lato passeggero, semi scivolato a terra vicino alla ruota. La portiera era aperta. Era già senza vita e presentava una scacchiera di coltellate all’addome, a un gluteo ed escoriazioni al volto e al collo. Olindo Pinciaroli, veterinario originario di Urbisaglia e residente a Montelupone, 54 anni, è stato ucciso a coltellate presumibilmente tra le 8.30 e le 9 in via Chiaravallese in località San Paterniano di Osimo, al confine con Polverigi. Alla guida Valerio Andreucci, 23enne di Ascoli, collaboratore occasionale del medico, trovato nelle campagne vicine ferito a braccia, mani e a una gamba.
Il ragazzo si trova ancora in carcere. La sua posizione a oggi si è aggravata. All’inizio la Procura di Ancona gli aveva contestato l’omicidio volontario, oggi è accusato dell’omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla calunnia per aver accusato a sua volta un altro uomo dell’assassinio. Il giovane è stato sottoposto a interrogatorio nelle scorse ore, su richiesta del suo legale: Andreucci non avrebbe confessato l’omicidio, l’avvocato difensore dice che ha fornito elementi importanti sul rapporto di lavoro e di amicizia che lo legava a Pinciaroli. Gli indizi contro di lui sono pesanti: dal coltello con le impronte agli sms mandati la notte prima ad alcuni suoi amici. A breve saranno depositate le perizie.