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Osimo, all’ospedale è arrivata la nuova tac

La strumentazione sarà installata in una struttura esterna e per i prossimi 45 giorni consentirà la continuità del servizio, in attesa dello smontaggio della vecchia macchina e dell’arrivo di quella nuova definitiva

L'arrivo della tac all'ospedale di Osimo
L'arrivo della tac all'ospedale di Osimo

OSIMO – Sono da poco terminate le operazioni di scarico e montaggio della tac provvisoria che hanno richiesto la momentanea chiusura di via Leopardi a Osimo stamattina (11 gennaio). Sono arrivati diversi camion e con la gru la tac è stata portata nel piazzale interno. La strumentazione sarà installata in una struttura esterna e per i prossimi 45 giorni consentirà la continuità del servizio, in attesa dello smontaggio della vecchia macchina e dell’arrivo di quella nuova definitiva una volta liberato il locale interno.

L’operazione di carico della tac

«Si tratta di una novità importante che dimostra la giusta scelta fatta dalla Regione nel 2018 di assegnare il nostro ospedale all’Inrca, con un Ss. Benvenuto e Rocco in gran parte rinnovato e rimesso a norma (penso ad esempio alla certificazione anti-incendio) – ha detto il sindaco Simone Pugnaloni che assieme al personale medico ha presieduto alle operazioni -. Per questo ringrazio il direttore uscente Gianni Genga, che prima di lasciare l’incarico annunciò l’arrivo della nuova tac a Osimo».

Il sindaco non ha mancato di inoltrare un appello: «Mi appello alle istituzioni competenti per chiarire due aspetti che rappresentano ancora delle criticità. Il primo riguarda la carenza di personale, specialmente nel 118 e nel Pronto soccorso, con tanti medici mancanti rispetto alla pianta organica e troppi rifiuti da parte di nuovi giovani dottori. È un problema purtroppo non solo qui a Osimo, ma ovunque, spero quindi che Regione e soprattutto lo Stato centrale trovino una soluzione per incentivare la formazione dei medici di emergenza e la loro integrazione in strutture sanitarie pubbliche. Considerati gli investimenti fatti, e quelli in attesa e già stanziati da anni come l’ampliamento del pronto soccorso, mi appello nuovamente alla Regione e al governatore Acquaroli affinché, una volta trasferiti i reparti al nuovo ospedale dell’Aspio, si valorizzi l’immobile di via Leopardi di proprietà pubblica, chiarendone la sua destinazione. Ad esempio ci si potrebbe spostate il poliambulatorio anziché impegnare ingenti risorse per un capannone privato a San Biagio ancora allo stato grezzo. Lo richiederò al Governatore quando gli consegneremo la petizione».

Il sindaco con l’equipe medica dell’ospedale