OSIMO – Veri professionisti del crimine assaltavano i bancomat facendoli saltare in aria con un quantitativo di esplosivo tale da distruggere totalmente lo sportello. Se avessero colpito qualcuno di passaggio l’avrebbe ferito in maniera molto grave. La violenza inaudita con cui esercitavano la dice lunga sulla loro efferatezza. L’operazione “Cash point” presentata oggi, 14 settembre, in caserma a Osimo dai carabinieri, ha dato i suoi frutti. Usavano un ordigno confezionato in maniera artigianale, in gergo noto come “marmotta”, carico di polvere esplosiva introdotto all’interno della bocchetta di erogazione del denaro per farlo esplodere. Dove non ci riuscivano invece il gas acetilene. Tre sono i pregiudicati legati alla criminalità organizzata arrestati dalla compagnia di Osimo coordinata nell’indagine dal maggiore Raffaele Conforti e dal luogotenente Luciano Almiento.
Facevano la spola tra le Marche e il Gargano. B.A., 29enne, il capo, fermato dai carabinieri mentre stava andando al Sud, in macchina, in vacanza con una donna; P.A., 36 anni, e B.R., 21 anni, tutti foggiani residenti a Orta Nova. Quando sono stati presi hanno esclamato “Ci avete beccato”, dispiaciuti perché pensavano di farla franca.
Conducevano una vita in stile “Gomorra – la serie”, abitavano in case con tv al plasma e rifiniture in oro, troppo per chi si dichiara nullatenente. Stavano per mettere in atto altri colpi, preparavano qualcosa di grosso anzi. Lo scorso febbraio, il 4, hanno assaltato la Bcc di Filottrano a San Biagio di Osimo. Il solo 21enne, assieme ad altri in corso di identificazione perché la banca fa parte di un gruppo più eterogeneo, l’8 febbraio seguente la Banca di credito cooperativo di Falconara a Monte San Vito e il 19 uno sportello atm delle Poste all’ufficio di Passo di Ripe a Trecastelli. Il bottino ammontava rispettivamente a 57mila euro, 40mila e 20mila. I danni strutturali e agli edifici però hanno raggiunto i 163mila euro.
I tre a oggi si trovano agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico per furto aggravato ai danni di sportelli bancomat mediante esplosione, riciclaggio e detenzione illegale di sostanze esplosive in concorso. È stato disposto il decreto di sequestro degli averi in loro possesso. A incastrarli i filmati delle telecamere di videosorveglianza in cui si vede un’Alfa 156 rubata in fuga dopo il colpo di San Biagio seguita da una Bmw, le stesse auto viste dai residenti. Dalle intercettazioni telefoniche i carabinieri hanno ascoltato conversazioni rigorosamente in dialetto pugliese per camuffare tutto e uno di loro in particolare che diceva che le schede telefoniche non erano intestate a nessuno. Uno dei tre tempo prima aveva messo a segno un colpo a Vasto, per cui era stato arrestato in flagranza di reato il 29 maggio, pur essendo agli arresti domiciliari. Domiciliari usati come scusa insomma, tipico dei malavitosi. Non disdegnavano affatto di fare “puntate” del genere nelle Marche, considerato territorio di conquista perché non suddiviso in organizzazioni stanziali.