OSIMO – Dopo il caso delle “cartelle pazze” della Tasi scoppiato un anno e mezzo fa e le segnalazioni dei disguidi Tari dei mesi scorsi, riecco che altri disagi in tema bollette si fanno sentire a Osimo. In queste ore alcuni cittadini hanno ricevuto avvisi di accertamento per la Tari 2015: in molti avevano già pagato le bollette “sollecitate” e adesso stanno chiamando il Comune, che a sua rimanda all’Astea, per verificare l’errore, altri effettivamente no, un fatto che comunque ha destato sospetti in alcuni consiglieri che si chiedono il motivo per cui l’accertamento non sia stato fatto a chiusura dell’anno.
Il consigliere del Gruppo Misto Maria Grazia Mariani ha appena inviato un esposto sulla gestione dei tributi comunali al Garante del contribuente che deve vigilare affinché le procedure siano rispettate. «Sono in tanti a ricevere la nuova bolletta da pagare senza interessi e sanzioni relativa alla Tari 2015. Sono poche decine di euro ogni bolletta ma 20 euro qua e 15 là, il Comune racimola un bel gruzzoletto se si tiene conto che i contribuenti sono circa 15mila – ha detto -. Non è chiaro infatti il motivo per cui i cittadini debbano pagare, non è ben specificato nell’avviso, ma gli uffici comunali non sanno dare risposte costringendo il contribuente a rivolgersi all’Astea. Forse una rata non pagata, ma allora perché non è stata richiesta a dicembre 2016? La gestione dei tributi è cosa delicata soprattutto in questo momento in cui le famiglie e le aziende vivono una drammatica crisi economica. Se il Comune di Osimo continua a chiedere soldi con avvisi sbagliati, non riuscendo a fornire giustificazioni idonee per le pretese tributarie, rischia di far passare un atto “giusto”, come dovrebbe essere l’attività di accertamento all’evasione e all’elusione fiscale, in un totale e assoluto atto di ingiustizia sociale».
A questo il consigliere aggiunge la denuncia di un sospetto trattamento di disparità nei confronti dei contribuenti: «Mi riferisco all’esenzione concessa agli Scalabriniani per un’area edificabile mentre ai molti cittadini riunitisi in comitati è stato riservato solo un fermo diniego a rivedere i valori delle aree, nonostante la recente sentenza della Commissione tributaria».