OSIMO – Dall’8 aprile, sulle principali piattaforme online, saranno disponibili alcuni dei brani che con il dialetto marchigiano raccontano la campagna. Si troverà sotto l’etichetta Consorzio Agrirock, in omaggio a quel gruppo di artisti che hanno parlato alla gente rurale, edizione curata da Zio Pecos in collaborazione con Astralmusic. Dai vecchi nastri sono state digitalizzate le opere depositate e rese pubbliche. Ogni 15 giorni uscirà una raccolta intitolata con il titolo dell’album dell’epoca.
Il Consorzio Agrirock
Il Consorzio Agrirock è un collettivo di autori indipendenti, la cui produzione di canzoni è legata dal tema agreste e dall’uso del dialetto marchigiano. Uno scorcio di stile di vita e un sound particolare che sono stati apprezzati dal pubblico di spiriti rurali: contadini che si sono riconosciuti nei gesti ordinari cantati ma anche amanti della countrylife, ragazzi di ogni età interessati alle particolarità di un piccolo territorio, che alla fine rappresenta qualsiasi altra piccola comunità delle Marche e della provincia italiana. Apprezzata anche per la qualità della musica, tanto che il Consorzio Agrirock è un progetto parallelo di alcuni musicisti professionisti, come la band Zio Pecos che ha interpretato dal vivo qualche brano e curato la pubblicazione. Questi ingredienti vincenti hanno portato successo ai video prodotti e alle edizioni del Motozappa Jammin’ Festiva concerto di canzoni del Consorzio e di altri artisti, organizzato proprio dal Consorzio Agrirock per varie edizioni dal 2009 al 2013 e con la direzione artistica di Niba in una “Uinter sescion” (winter session) del 2013. I testi e le piccole variazioni di dialetto tra un quartiere e l’altro sono stati oggetto di una tesi di Laurea all’Università degli studi di Macerata in dialettologia italiana. Erano anni in cui dire “contadino” assumeva una connotazione negativa. Il Consorzio Agrirock ne fece il proprio chiaro e semplice motto.
L’essenza del Consorzio
L’essere agreste è cantato talvolta anche scendendo nel particolare tecnico degli attrezzi agricoli e delle pratiche agronomiche, con grande apprezzamento, da parte dei lavoratori del settore. L’essere rurale è quasi ostentato, ma è palese la goliardia e la spensieratezza di quegli autori veraci e giovani che hanno trovato nella musica Agrirock una ragione di vita. La produzione completa si trova solo nei peggiori bar dell’hinterland, ma da quelle musicassette e cd sono stati estrapolati i brani ufficialmente depositati di quegli autori che da underground sono diventati professionisti. Quei pezzi storici, per un territorio e per il suo pubblico, sono stati digitalizzati per renderli disponibili a chi ama da sempre il suono folk rock e le storie di paese. “La buttamo a coppe” è l’album del 2007: il cibo, il gioco della briscola, i funghi, l’aratro, il prete, sono alcuni dei temi che fotografano una comunità a cui basta poco per star bene. Registrata in analogico e su nastro, la sonorità mostra tutta l’immaturità, che è percepita però come idea fresca, pura giovinezza. “Folkaraggarokka” è l’album che raccoglie le composizioni del 2008, un trionfo di attrezzi e macchine agricole per il solito folk rock, intitolato così perché negli album dell’epoca c’erano anche brani raggamuffin’. Contiene la canzone “Il beretto de paja” che grazie anche al video del regista Giordano Massini ha portato la produzione alla notorietà. “Ciacca l’ajo” raccoglie la produzione 2009. Al tema agricolo schietto si affianca quello delle storie di paese, dei ricordi dell’infanzia e dei personaggi della provincia, tutto incorniciato dal solito folk rock credibile e verace. “Calcinacci de Passatempo” raccoglie la produzione di vari anni di uno specifico quartiere marchigiano: gli autori fotografano scene di lavoro, riflessioni di attualità, comportamenti dei personaggi paesani. Il linguaggio folk rock, sempre vivo e sempre valido, si apre anche al gioco con altri generi. “La pegora camina e magna” è l’ultima pubblicazione ufficiale del Consorzio Agrirock. Registrata con i mezzi moderni, ha cercato di mantenere quel sound grezzo che ha caratterizzato la produzione e che sposa ancora una volta i temi della campagna, delle attività agricole e paesane.