OSIMO – Condotta di notte in una strada appartata, afferrata per i capelli e violentata. A denunciare la terribile aggressione avvenuta ad Osimo lo scorso 17 dicembre è stata una ragazza marocchina di 20 anni residente in zona. Per l’autore di questo grave episodio, un connazionale di 36 anni, è scatta ieri la condanna a tre anni e otto mesi per violenza sessuale, minacce e lesioni personali aggravate.
Il verdetto emesso dal Gup Paola Moscaroli con rito abbreviato non si limita soltanto a questo ignobile fatto ma riguarda anche un’altra situazione violenta accaduta il 22 dicembre successivo: l’imputato, infatti, si recò dalla ragazza per alcuni chiarimenti sulla denuncia per stupro che lei aveva sporto ai Carabinieri. La 20enne era a casa di un amico ucraino che la ospitava. Secondo alcune ricostruzioni, l’uomo avrebbe minacciato la giovane con un machete, colpendo poi alla testa il ragazzo dell’Est Europa.
Il marocchino arrestato e finito agli arresti domiciliari respinge le accuse affermando che negli ultimi tempi aveva avuto rapporti consenzienti con la ragazza senza mai aver abusato di lei. Quanto alle accuse di minacce e lesioni nei confronti dell’ucraino ritiene invece di non aver mai portato con se il machete: secondo l’imputato vi sarebbe stato solamente un litigio al culmine del quale l’altro uomo sarebbe stato colpito con una bottiglia.
Tutt’altra ricostruzione aveva dato la parte offesa secondo cui il marocchino avrebbe portato la 20enne in un luogo appartato per poi iniziare a palpeggiarla. Avrebbe quindi preteso un rapporto orale e al rifiuto della vittima si sarebbe infuriato. La ragazza avrebbe cosi tentato la fuga ma il suo aggressore sarebbe riuscito ad immobilizzarla e ad abusare di lei. Molto probabilmente la difesa ricorrerà in appello contro la sentenza.