OSIMO – «Il Comune di Offagna, soggetto capofila, assieme al Comune di Osimo, ha ottenuto il finanziamento di 20mila euro che permetterà di realizzare lo studio di fattibilità per il futuro Accordo agroambientale d’area sulla tutela del suolo». Ad affermarlo è l’assessore all’Ambiente di Osimo Michela Glorio.
L’Accordo interesserà una serie di interventi nei fossi compresi tra il Comune di Offagna e Osimo studiati attraverso un approccio di bacino per mitigare il rischio idrogeologico e quindi tutelare il suolo. «Finora hanno aderito all’Accordo con una sottoscrizione preliminare circa 60 privati, cinque organizzazioni di categoria, un’azienda di servizi e due associazioni ambientaliste. Ad ogni intervento corrisponderanno misure specifiche del Psr (Programma di sviluppo rurale) per le quali sono previsti aiuti dal 70 al 100 per cento, oltre ad incentivi a superficie per chi adotterà fasce di rispetto e inerbimenti di frutteti, vigneti e oliveti».
L’assessore, impegnata in prima persona, ha contribuito anche a mettere a dimora nella zona della Sacra Famiglia 50 piante tutte autoctone che si dividono tra specie arboree (tra cui querce, roverelle, tigli, lecci, corbezzoli, aceri) e specie arbustive (biancospino, sanguinella, nocciolo, rosa canina, alloro, ginestre) su proposta di Italia nostra. È stato concluso poi l’intervento di forestazione lungo l’argine eroso del fiume Musone voluto dall’amministrazione comunale, in collaborazione con Italia nostra Osimo e il professor Fabio Taffetani, docente di botanica all’Università Politecnica delle Marche.
«Sono state messe a dimora specie autoctone caratteristiche della vegetazione ripariale tra cui pioppi neri, pioppi bianchi, olmi, ontani, ornielli, salici bianchi, salici da ceste, salici rossi (divenuti ormai rari), biancospini, berrette del prete, sanguinelle – dicono da Italia nostra -. Le funzioni della vegetazione ripariale sono: trattenere il suolo durante gli eventi di piena e contrastare l’erosione delle sponde grazie agli apparati radicali (funzione idrogeologica), ridurre la velocità della corrente durante gli eventi di piena, agire come filtro biologico e fisico nei confronti degli inquinanti (in particolare sostanze eutrofizzanti, azoto e fosforo) presenti nelle acque di dilavamento dei suoli agricoli e urbani (funzione fitodepurativa), costituire un habitat per specie animali e vegetali (funzione naturalistica) e costituire rifugio per specie ittiche e regolare la luce e la temperatura dell’acqua, favorirne l’ossigenazione, inibire la proliferazione di alghe».