OSIMO – Il municipio osimano non va in pausa in questo fine settimana ferragostano e dà l’ok a diversi progetti. Come da legge del ministero dell’Interno numero 160 del 27 dicembre 2019, il Comune è stato assegnatario di un contributo per interventi di efficientamento energetici e adeguamento di edifici pubblici che per l’anno 2021 ammonta a 260mila euro, una somma doppia rispetto a quella del 2020.
La caserma dei Carabinieri e il fotovoltaico sulle scuole
Con delibera di giunta dello scorso aprile era stato deciso di impegnare quei soldi per l’adeguamento dell’impianto antincendio della caserma dei carabinieri di via Saffi per un importo di 160mila euro e per l’installazione di impianti fotovoltaici sulla scuola elementare Marta Russo, sulla scuola media Giovanni Paolo II di Osimo Stazione, sulla elementare Fornace Fagioli e sulla materna Peter Pan di San Sabino per un importo di 123mila euro, di cui centomila da contributo ministeriale e il resto da fondi comunali. Con determina dirigenziale è stato affidato incarico all’ingegner Martina Barigelli per la redazione del progetto esecutivo di entrambi gli interventi, progetto giunto in Comune in settimana e dunque subito approvato dalla giunta Pugnaloni per andare all’affidamento diretto dei lavori a fine estate.
Le strade
Nella stessa seduta di giunta è stato approvato il progetto esecutivo per i lavori di manutenzione straordinaria in via Bellafiora tra San Biagio e Santo Stefano, intervento che rientra nel più ampio piano asfalti 2021 da 700mila euro. La delibera impegna la somma di 150mila euro di cui 106mila e 783 per rifare l’asfalto di via Bellafiora e il resto per sistemare tratti di strade in via Guazzatore, via Sbrozzola, via Tonnini, via Foro Boario e via Flaminia I. «Anche qui, visto l’importo, non sarà necessario l’appalto ma si potrà accelerare l’iter con un affidamento diretto per avviare i lavori a inizio settembre – spiega il sindaco Simone Pugnaloni -. A fine settembre saranno avviati invece le manutenzioni straordinarie su altre strade comunali come da appalto da 500mila euro vinto dall’Impresa Antonio Bene srl di Casoria per 15 interventi complessivi, partendo da quelli principali in via Fratte, via Cagiata, via Coppa e via Recanati».
Preoccupa lo stato delle fonti
È stata inaugurata a maggio la stagione delle camminate storico-culturali promosse dall’Amministrazione comunale di Osimo e dalla Asso nell’ambito dell’attività di promozione ambientale e turistica. In tanti hanno partecipato al giro alla scoperta delle fonti storiche, Fontemagna, Guazzatore, Bernini, Montecesa e Acquaviva. Alcune sono state rimesse a nuovo, altre sono ancora in degrado.
«Con un certo sconcerto siamo venuti a conoscenza della quasi totale demolizione della fonte che sgorga sotto la via Edgardo Sogno, ridotta ad una sola, malridotta parete – dice Argentina Severini di Articolo 1 -. Sarebbe accaduto a seguito di lavori di ampliamento del fosso svoltisi di recente. In corrispondenza di quella che doveva essere la prima vasca sgorga ancora acqua con insistente e coraggiosa costanza, a dispetto delle difficoltà idriche legate ai cambiamenti climatici e all’intervento diretto e pesante dell’uomo».
In base ai ricordi dei residenti della zona, si doveva trattare di tre vasche con livelli sempre più bassi e con pavimenti calpestabili, la prima delle quali doveva avere anche dei coppi di copertura mentre l’ultima veniva usata, come tradizionalmente accadeva, come lavabiancheria, da cui poi usciva dell’acqua per irrigare l’orto. «Chiediamo alle autorità preposte, in particolare al sindaco e all’assessore all’Ambiente, come ciò sia potuto accadere, considerata l’importanza di tutelare con sempre maggiore attenzione i siti da cui ancora oggi l’acqua fuoriesce dal terreno. Non dimentichiamo che Osimo è divenuta ciò che è, proprio perché i romani compresero immediatamente che si trattava di una città ricca di acqua con fonti naturali che fuoriuscivano ai vari livelli della città, a partire da Fonte Magna, fino alle fonti più periferiche, anche in corrispondenza delle attuali frazioni. Se serviva allargare il fosso in corrispondenza del sito in oggetto, l’intervento avrebbe comunque dovuto garantire il rispetto di quanto ancora persisteva della vecchia fonte».