OSIMO – «Riguardo ai lavori di manutenzione eseguiti lungo la confluenza tra il fiume Musone e il torrente Fiumicello nella zona di Osimo, effettuati da fine dicembre a fine gennaio di quest’anno, la nostra associazione esprime profondo rammarico per la mancata coordinazione tra gli enti responsabili della gestione e lo strumento di tutela e valorizzazione del fiume, il “Contratto di fiume Musone”». Ad affermarlo il consiglio direttivo dell’associazione La confluenza onlus.
Nonostante la volontà di valorizzare le aste fluviali da parte della Regione e dai vari contratti di fiume, secondo la onlus risulterebbe uno scoordinamento tra le modalità di esecuzione dei lavori e la tutela della biodiversità ripariale e il contrasto a fenomeni erosivi. «L’abbattimento sostanziale della vegetazione arborea, la completa trinciatura della vegetazione arbustiva, la rimozione del materiale litoide e l’ingresso in alveo con macchinari molto ingombranti risultano pratiche che influenzano negativamente la presenza di biodiversità e che vanno contro ciò che è riportato all’interno delle linee guida per l’elaborazione dei progetti generali di gestione dei corsi d’acqua”», spiegano.
L’associazione ha investito molto, anche grazie all’amministrazione comunale, nel recupero della zona ripariale e nella promozione turistica dell’area tanto che organizza periodicamente attività di educazione ambientale, promozione della biodiversità e tutela. «Dopo questi lavori anche alcuni sentieri risultano alterati. In passato, in più punti, le sponde del fiume hanno subito fenomeni erosivi a causa della mancata presenza di una fascia di rispetto, dell’aratura sempre più vicina l’alveo del fiume e di questi fenomeni nessuno è stato risolto in modo definitivo. Di fronte a questi interventi volti a risolvere solo temporaneamente le problematiche del tratto di fiume, chiediamo agli enti responsabili, Regione, Genio civile, di costituire un tavolo insieme ai Contratti di fiume per definire modalità di gestione periodica dei corsi d’acqua principali che riescano a garantire la tutela di biodiversità e la sicurezza idraulica. Chiediamo il recupero delle aree di rispetto del corso fluviale attualmente occupate da aree agricole, visibili nei catasti disponibili e misure più severe nel rispetto delle distanze di lavorazione dei terreni, pratica responsabile per gran parte dei fenomeni erosivi presenti nei corsi d’acqua».