OSIMO – «Pronto? Buongiorno signora, sono il maresciallo dei carabinieri di Ancona. Non si allarmi, la chiamo perché suo nipote è rimasto coinvolto in un incidente stradale. Sta bene ma l’abbiamo trattenuto in caserma, ci sarebbe una somma da pagare per risarcire il danno e farlo tornare a casa senza problemi giudiziari”. Così gettavano nel panico le loro vittime per convincerle, con l’inganno, a sborsare cifre che potevano arrivare anche a seimila euro. Venti i colpi messi a segno in tutta Italia in soli quindici giorni, tra cui due a Loreto, uno a Sirolo, ad Ancona e uno a Jesi, per 120mila euro. Una “super nonna” di Loreto però non si è lasciata abbindolare: ha chiamato subito il 112 con il proprio telefonino mentre intratteneva i truffatori sulla linea telefonica di casa, mantenuta appositamente occupata dai malfattori, chiedendo aiuto ai carabinieri di Osimo che hanno bloccato i due truffatori che si stavano allontanando dal luogo del delitto. Si trovavano a bordo di un autovettura Fiat Panda noleggiata, entrambi ben vestiti, con capelli e barba curata in stile militare onde evitare qualsiasi sospetto o controllo.
I carabinieri della Compagnia di Osimo, coordinati dal maggiore Raffaele Conforti e dal luogotenente del Norm Luciano Almiento, stanotte, 10 novembre, hanno arrestato due fratelli napoletani dopo aver ricostruito le loro mosse fraudolente in tutta Italia, localizzato le trasferte e la loro presenza in importanti città, dove i due, camuffando la loro identità in qualità di finti carabinieri e avvocati, hanno individuato vittime anziane raggirandole con la stessa storiella. L’hanno detto oggi in conferenza stampa in caserma. I due sono stati arrestati per associazione per delinquere finalizzata all’estorsione e alla truffa continuata aggravata in concorso. I fratelli telefonavano e raccontavano alle loro vittime di brutte vicende accadute ai propri congiunti riuscendo a condizionarli a consegnare denaro contante e monili in oro quale corrispettivo per la riparazione di un danno immaginario, nelle mani di un terzo complice che si presentava presso l’abitazione del truffato. L’operazione è denominata “True justice 2”. Sul conto degli arrestati è stata anche applicata la misura di prevenzione del divieto di ritorno nei comuni della provincia di Ancona e foglio di via obbligatorio tre anni.
Si tratta di due pluripregiudicati di 32 e 36 anni, residenti in due quartieri di Napoli appunto, Forcella e Ponticelli, scoperti grazie ad alcune segnalazioni, giunte ai militari nelle prime ore della mattinata del 28 marzo, quando due anziane nonne hanno ricevuto la telefonata da parte del finto maresciallo dei carabinieri. Nel ritornare nei loro quartieri malfamati, provvedevano a reinvestire i proventi illeciti in acquisti vari e utili all’organizzazione oppure li investivano in bonifici postali e bancari o li scambiavano nei “Compro oro”. Tale sistema che gli aveva assicurato l’impunità veniva di volta in volta ripetuto in varie località italiane fino a raggiungere la tranquilla Riviera del Conero per continuare a raccogliere profitti illeciti. Risultavano nullatenenti ma vivevano in case lussuose in stile “Gomorra”.
Tutto è partito il 28 marzo scorso quando erano arrivate alla centrale operativa dei Carabinieri di Osimo quattro telefonate dove le anziane vittime, due residenti a Loreto, una a Numana e una a Sirolo, raccontavano la “storiella” da parte del finto maresciallo dei carabinieri senza sapere però che sin dalla prima telefonata, i veri carabinieri, in abiti civili e con autovettura con targa di copertura, si erano già recati sul posto per individuare i due malfattori, reduci dall’operazione “Sciacalli”, condotta unitamente alla Questura di Ancona, che nel febbraio scorso aveva portato all’arresto di sei soggetti. C’è anche un terzo complice con il ruolo di “telefonista” in corso di identificazione. Parte della refurtiva è stata recuperata e restituita alle vittime degli ultimi raggiri.
«Un successo dovuto all’impegno delle pattuglie dei carabinieri dispiegate sul territorio nella repressione e soprattutto nella prevenzione e vicinanza alla popolazione – ha detto il maggiore Raffaele Conforti -. Giriamo il territorio per incontrare gli anziani, per rassicurarli e invitarli a denunciare. Denunce che vengono verbalizzate anche nelle loro abitazioni senza alcun timore e in assoluta tranquillità perché è grazie al coraggio delle vittime che è stata compiuta questa ennesima importante operazione».