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Osimo, le opere “ferite” dal sisma di San Ginesio tornano a casa

Avvenuto il trasloco dopo tanti anni: i quadri salvati dal terremoto e custoditi fino a oggi a palazzo Campana, nel Museo civico che se ne è fatto scrigno, sono tornate a casa

Il lavoro di caricamento delle opere
Il lavoro di caricamento delle opere

OSIMO – Osimo le ha ospitate per tanti anni e ieri, 13 luglio, è avvenuto il trasloco. Le opere salvate dal sisma sono tornate a casa. Alcuni posteggi di piazza Dante in pieno centro sono stati interdetti per permettere le operazioni delicate di trasporto di quei quadri salvati dal terremoto a San Ginesio e custoditi fino a oggi a palazzo Campana, nel Museo civico che se ne è fatto scrigno.

C’è anche la famosa “Battaglia di San Ginesio”, ammirata per diverso tempo durante l’esposizione sui “Capolavori Sibillini”, la prima nel suo genere proprio a palazzo Campana. Poi tutti quei “gioielli” sono stati impacchettati e sistemati nelle stanze del museo. Adesso sono vuote e tuttora inagibili anch’esse dopo il sisma. «Si ripristini il Civico che l’amministrazione comunale sta smantellando. Dal 2016, prima ancora dell’atto con cui si è stabilita l’inagibilità dei locali dopo il terremoto, ha interrotto la sua funzione di culla delle nostre opere d’arte destinando il Civico a deposito di opere della mostra “Capolavori Sibillini”, spogliando così la città e i turisti della possibilità di vedere i nostri tesori», polemizzano le Liste civiche.

L’istituto Campana per l’istruzione permanente ha presentato il progetto per avere i fondi per il terremoto e l’iter sta procedendo. La pala del Vivarini invece è stata trasferita al museo Diocesano. «Il sogno dell’amministrazione comunale è rendere i musei Civico, Archeologico e Diocesano un polo unico, così sono poco fruibili tutti», commenta l’assessore alla Cultura Mauro Pellegrini.

Al museo Archeologico è visibile la statua di Plotina rinvenuta sotto il loggiato: sarà visibile per l’esposizione di Haring, il ritorno programmato al loggiato dopo il restauro finito infatti è rimandato all’ok della Soprintendenza.