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Osimo, polemica per i trofei sportivi spostati. La preside del Corridoni Campana: «È tutto conservato. Altro che poca cura dello sport»

Dopo le polemiche del professor Gino Falcetta in merito allo spostamento di alcuni trofei "preziosi", sulla polemica interviene la dirigente scolastica Milena Brandoni

Corridoni Campana
Corridoni Campana

OSIMO – Testimoniano la gloriosa storia sportiva dell’istituto superiore Corridoni-Campana di Osimo quei trofei. L’olimpionico di salto in alto a Tokyo 2020 Gianmarco Tamberi ha conquistato il suo primo titolo italiano ai campionati studenteschi del 2008 vestendo proprio la maglia del Corridoni-Campana. «La dirigente scolastica Milena Brandoni però ha fatto togliere le vetrine con tutto il loro contenuto. Mi chiedo come mai si sia potuta prendere una decisione del genere», ha polemizzato il professor Gino Falcetta, insegnante di educazione fisica al Corridoni dal 1969 al 2007.

Coppe e targhe erano collocate in sei apposite vetrine, disposte su una parete laterale dell’atrio di ingresso. «Nella parete ad angolo in fondo verso l’aula magna c’erano le vetrine in vetro con i trofei, traballanti. La stessa era ridotta male. Il vetro poi per motivi di sicurezza non si può tenere a scuola. Le coppe e le targhe le abbiamo sistemate al piano di sopra nell’attuale sala professori in un armadio di legno con vetrine in plexiglass coinvolgendo gli insegnanti di educazione fisica per capire quali sono le più importanti (e il processo è in itinere). È tutto conservato, anche in dirigenza ho sistemato alcune targhe. Non abbiamo buttato nulla, abbiamo rivalorizzato il tutto – smentisce la dirigente Brandoni -. Le foto storiche poi, che prima stavano nel corridoio oggi di Scienze Umane dove abbiamo messo gli scaffali per i libri per creare la biblioteca diffusa, sono state solo spostate nel muro di fronte. Altro che poca cura dello sport. Abbiamo partecipato all’iniziativa “Tutti in campo” ancora più importante dei giochi sportivi studenteschi, l’anno scorso abbiamo chiesto l’indirizzo Liceo sportivo, e se ce lo avremo istituiremo anche il Museo dello Sport, e ci sono piani di studio personalizzati per i 30 studenti sportivi». Tutto comunque è iniziato da una ridefinizione degli spazi didattici, da una stanza in particolare. «Credo fermamente nell’organizzazione degli spazi a scuola. L’aula più sacrificata era la biblioteca, una stanza dove però gli scaffali erano accatastati tanto da farla sembrare un magazzino o archivio. Sono uno dei 20 dirigenti scolastici in Italia che ha fondato il Movimento delle Avanguardie educative, la didattica moderna. Modello è quello finlandese e anche l’Italia si sta muovendo in tal senso. Sono fortunata perché il Corridoni Campana ha tanti spazi grandi che possono essere ridefiniti in spazi flessibili, a seconda delle esigenze dei ragazzi. Faccio parte della redazione, prendo in esame le idee che arrivano da tutta la penisola e proprio in questo momento ne stanno giungendo tantissime».

La replica del professor Falcetta

La replica del prof Falcetta non è tardata ad arrivare. «Solo oggi i trofei sono diventati improvvisamente pericolosi? I trofei costituiscono un pericolo oggi, perché sono stati collocati sopra gli armadi della sala professori, e potrebbero cadere addosso alle persone. Questo è chiaramente vietato dalle norme sulla sicurezza all’interno della scuola. Non sono indenni da pericolosità i nuovi arredi che ingombrano in maniera evidente l’ingresso quali divani, sedie a rotelle e altro del genere, che potrebbero rendere più difficoltoso il deflusso degli studenti nel caso dell’accadimento di un evento improvviso che necessita l’evacuazione rapida e ordinata dalla scuola. Se proprio si ritenevano pericolose le vetrine, tante sarebbero state le soluzioni alternative, meno drastiche e più economiche per la pubblica amministrazione, ad esempio la copertura dei vetri con delle apposite pellicole protettive o mettendo un cordoncino sul davanti che impedisca l’avvicinamento alle stesse oppure sostituire il vetro con altro materiale, come il plexiglass. Non è sembrata essere questa l’intenzione, perché lo spazio delle vetrine è stato subito occupato da pesanti armadi della biblioteca. Questo fa supporre che i trofei non torneranno più in quella posizione, ideale proprio perché ben visibili a tutti».