OSIMO – Sono un centinaio i nuclei familiari monitorati dal Servizio sociale del Comune di Osimo su mandato dell’autorità giudiziaria minorile e del tribunale ordinario. Il 70 per cento di quei fascicoli prevedono un affido al Servizio sociale dei minori che ha compiti di sostegno e controllo con una presa in carico costante e spesso difficile.
«Negli ultimi mesi l’amministrazione comunale ha potenziato il servizio educativo domiciliare, che è passato da 6 casi a 10 per una spesa di oltre 18mila euro. Continuano poi la supervisione degli incontri protetti tra i minori e una o entrambe le figure genitoriali (otto situazioni) e il lavoro costante di rete con i servizi specialistici coinvolti, il Consultorio familiare, il Servizio territoriale dipendenze patologiche (da sostanze, alcool e gioco), il Centro salute mentale e il terzo settore (Centri anti violenza e Rete di famiglie affidatarie)». A spiegarlo l’assessore ai Servizi sociali e vicesindaco Paola Andreoni. È stato dato il via nel contempo a una collaborazione più stringente con gli istituti comprensivi per avere occasioni di incontro tra servizi sociali, Consultorio familiare e gli insegnanti per intraprendere un lavoro congiunto sulle situazioni di disagio e fare prevenzione. «Proprio alle scuole chiediamo di segnalare in maniera tempestiva situazioni fragili in modo da dare la possibilità ai servizi sociali in collaborazione con il consultorio familiare di intervenire precocemente». La spesa totale per i minori fragili si aggira intorno ai 400mila euro del bilancio comunale.
La contrazione dei servizi
«Purtroppo va registrato in questo contesto il grave depauperamento dei servizi territoriali socio-sanitari operato dalla Regione verso il territorio dell’Ambito sociale 13 – continua Andreoni -. Ad esempio il consultorio vive la contrazione nel settore dell’ostetricia: da giovedì 2 marzo l’ostetrica ora a tempo pieno andrà in pensione e il servizio sarà presente solo tre volte alla settimana per garantire pap test e percorsi di accompagnamento alla nascita mentre lo psicologo e l’assistente sociale potranno ricevere al pubblico solo tre giornate su 5».
Per quanto riguarda il servizio Umee, che fino ad aprile dell’anno scorso prevedeva un’equipe multidisciplinare formata da psicologo, neuropsichiatra infantile, logopedista e assistente sociale, che seppur sotto dotata garantiva un servizio per tutta la settimana, ora è aperto solo due giorni su sette solo su appuntamento e sembra che il neuropsichiatria infantile sarà raggiungibile solo a Chiaravalle e quindi l’utenza dovrà spostarsi.