MACERATA/CIVITANOVA/CAMERINO – Situazione al collasso nei pronto soccorso di Macerata e Civitanova e contagi all’interno del reparto di Cardiologia del nosocomio del capoluogo.
Intanto il sindaco di Camerino ha confermato la prossima riconversione dell’ospedale della città ducale a Covid-hospital. È la fotografia scattata nelle strutture sanitarie provinciali del Maceratese che sono ormai al limite visto l’aumento dei ricoveri di pazienti contagiati.
La denuncia arriva dai sindacati. «La sanità dell’Area Vasta 3 sta andando a picco, non sappiamo ancora fino a quando sarà in grado di reggere con questi ritmi di lavoro – spiegano il segretario generale della Fp Cgil Macerata John Palmieri e il coordinatore RSU dell’Area Vasta 3 Sonia Prosperi -. Sono state rimodulate dal punto di vista sia strutturale che funzionale le varie attività ospedaliere al fine di garantire in questa fase l’utilizzo completo sia della palazzina Covid (ex malattie infettive) di Macerata che il Covid Hospital di Civitanova e per garantire a tutti gli ospedali di questa Area Vasta la continuità clinico-assistenziale ai pazienti non Covid seppure a regime ridotto. Ma tutto questo non ha portato l’effetto desiderato, i servizi garantiti all’utenza sono ridotti all’osso, la Palazzina ex malattie infettive di Macerata ha saturato già da giorni i posti letto a disposizione (43) e i pronto soccorso di Macerata e Civitanova Marche sono al collasso».
«Ci risulta che, presso il pronto soccorso di Civitanova, siano ricoverati circa 23 pazienti Covid e cinque di questi con il casco per la ventilazione assistita con picchi di otto pazienti contemporaneamente – continuano i sindacati -. Di fatto una terapia intensiva dove viene richiesto un elevato numero di infermieri e medici a garantire l’assistenza che al momento risulta inadeguata nei numeri. Quasi tutti gli altri pazienti necessitano di ossigeno terapia venturi ad alti flussi ma le bocchette a disposizione per l’ossigenoterapia sono solo 16, insufficienti per trattare tutti i degenti. Viene utilizzato anche il container esterno nel caso in cui vi sia un grande afflusso di pazienti che necessitano di ricovero; il rischio però è quello di non avere personale infermieristico dedicato per l’assistenza in quanto c’è carenza di tali professionisti e i pochi presenti sono dedicati ad altre attività più urgenti».
Palmieri e la Prosperi analizzano poi la situazione al Covid-hospital di Civitanova con «quattro moduli già attivi e il quinto che verrà aperto a breve per la cui gestione viene utilizzato esclusivamente personale dell’Area Vasta 3 – denunciano -. Ribadiamo la necessità di utilizzare quello di tutte le Aree Vaste. Preoccupanti i dati in forte aumento di casi di contagio tra il personale: da ultimo ci risulta che ci sono stati otto infermieri positivi nei reparti Utic e Cardiologia dell’ospedale di Macerata. Operatori che devono fare turni giornalieri di dodici ore per poi essere reperibili la notte e senza riposo da oltre 15 giorni».
«Il protrarsi di questa situazione comporterà il rischio di vedersi negare assistenza. Siamo di fronte ad un bivio: chi curare? Sono necessarie misure sanitarie eccezionali: assunzioni a tempo indeterminato in deroga alla disposizioni vigenti – hanno concluso i rappresentanti della Cgil di Macerata -. Asur Marche provveda all’assunzione immediata di personale infermieristico, oss, tecnico e riabilitativo. Ogni giorno di ritardo mette a repentaglio vite umane».
Sulla difficile situazione delle strutture ospedaliere del Maceratese è intervenuto anche il sindacato Nursind di Macerata. «A seguito della straordinaria impennata di contagi ma soprattutto di una maggiore richiesta di posti letto nella Regione Marche, è stato deciso di riattivare il Covid-Hospital di Civitanova con relativa assegnazione di personale infermieristico e oss proveniente da diversi e anche lontani ambiti lavorativi – ha spiegato Elisabetta Guglielmi, segretaria provinciale del sindacato -. Segnaliamo che ci sono dipendenti assegnati al Covid di Civitanova che abitano a Gubbio, Fabriano, Cerreto d’Esi e Matelica che ci segnalano notevoli disagi a causa della percorrenza chilometrica. Siamo quindi a chiedere la possibilità per i sanitari di poter fruire di un alloggio dopo aver effettuato il turno di notte. Siamo a conoscenza che nella regione sono stati individuati 10 alberghi per garantire l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria dei pazienti Covid positivi – che non hanno bisogno di cure ospedaliere e che non possono effettuare l’isolamento nella loro abitazione – grazie ad un accordo con le associazioni di categoria. Visto il decreto del 17/03/2020 n° 18 art 6 che prevede che le autorità possono disporre la requisizione di strutture alberghiere, proponiamo l’adozione del suddetto provvedimento per assicurare un posto letto ai dipendenti dopo 10 ore di turno notturno o per evitare che tornino a casa dai propri familiari “fragili” rischiando di trasmettere l’infezione».
Vista la situazione di collasso il sindaco di Camerino Sandro Sborgia questa mattina ha annunciato che l’ospedale della città ducale sarà riconvertito in Covid-hospital come avvenuto nella prima ondata. «Ho sentito l’assessore Saltamartini il quale mi ha confermato che si va verso la riconversione a Covid Hospital – ha detto il primo cittadino -. Abbiamo già fatto la nostra parte e non ci tiriamo in dietro dal continuare a farla vista la grave situazione d’emergenza, ma se così fosse ancora una volta si chiede un enorme sacrificio alla montagna. Ancora una volta il peso più pesante da sopportare è imposto ai cittadini dell’entroterra e più in difficoltà. Avremmo preferito che almeno questa volta si fosse aperta una discussione in merito a questa decisione, e non che ci fosse comunicato a cose fatte. Mi piacerebbe sapere secondo quali logiche si sceglie ancora Camerino per la riconversione e non Macerata o Civitanova, questa volta».