FABRIANO – Punto nascita dell’ospedale Engles Profili di Fabriano si attende il pronunciamento del Tar. Ogni giorno può essere quello buono per conoscere la decisione dei giudici amministrativi che nell’udienza di merito del 3 luglio hanno ascoltato le tesi dell’avvocato, Giovanni Ranci, incaricato dal comune di Fabriano, insieme al legale interno dell’Ente municipale, Michela Ninno.
È dal 20 febbraio scorso che non si nasce più a Fabriano. Il non aver raggiunto il numero minimo di parti, in base all’accordo Stato-Regioni e della Legge Balduzzi, la Regione Marche ha chiuso Ostetricia. A nulla sono valse le proteste, le manifestazioni e gli appelli al Governatore Ceriscioli e all’allora ministro della Salute, Giulia Grillo. A tutto ciò, non si è ben capito il perché, si è declassato anche il reparto di Pediatria, facendolo diventare un ambulatorio con presenza di specialista solo per sei ore al giorno. Da ricordare che nel fabrianese risiedono circa 8mila bambini in età pediatrica.
Il comune di Fabriano ha promosso ricorso avverso la chiusura del Punto nascita del presidio ospedaliero cittadino. L’urgenza è stata bocciata sia dal Tar Marche che dal Consiglio di Stato. Il primo, però, ha fissato udienza di merito svoltasi, per l’appunto, il 3 luglio scorso. Si sperava in una decisione prima della pausa estiva, ma non è andata così. Ora, l’attività giudiziaria-amministrativa è ripresa a pieno regime e si attende la decisione con le dita incrociate.
Prendendo spunto da questa attesa, è tornato a far sentire la propria voce il comitato di cittadino per la difesa dell’ospedale di Fabriano. «Non possiamo che confidare in una decisione positiva che non veda negato il sacrosanto diritto alla salute, ma che, al contrario, possa contrastare lo spopolamento dell’entroterra in un territorio già pesantemente in difficoltà», ribadisce Katia Silvestrini che invoca una ferma presa di posizione della conferenza dei sindaci.
«Occorre sedersi intorno a un tavolo per trovare le modalità di riapertura del reparto Pediatria, ma anche per pianificare le modalità di sopravvivenza del Profili affinché il nostro nosocomio venga rilanciato. Viviamo in un territorio difficile, il terremoto inizia a farsi risentire, l’inverno si avvicina e l’aspetto orografico del nostro territorio ci pone in condizioni di seria difficoltà. Il Punto nascita e la Pediatria sono chiusi, il destino di altri reparti è alquanto dubbio, la politica – conclude – non può che prenderne atto e lavorare unita affinché questa triste vicenda non pesi come un macigno sulle coscienze e non diventi il fallimento principale di un’intera società».