OSIMO – Un dossier cartaceo e fotografico per documentare lo stato dell’ospedale di Osimo che, secondo l’Anaao Assomed Marche, presenta «gravi non conformità alle normative vigenti». È quanto sostenuto dal sindacato che, stamattina 8 giugno, ha illustrato il report inviato alla direzione della struttura (Inrca), ma dalla quale riferiscono di non aver ricevuto risposte soddisfacenti: «Ci aspettavamo una presa di coscienza immediata dei problemi che attanagliano il presidio osimano, da risolvere senza rinvii».
Un serbatoio d’ossigeno liquido (5 mila litri) fuori dalle necessarie protezioni antideflagranti, che in caso di incendio potrebbe provocare danni inimmaginabili. Le vie di fuga all’interno di aree a rischio, la presunta inadeguatezza degli impianti, oltre ad alcune carenze strutturali segnalate dentro e fuori dall’edificio. Questi i punti principali che costituiscono l’esposto di Assomed che, di recente, dopo l’avviso di alcuni iscritti, ha effettuato un sopralluogo al ‘Santi Benvenuto e Rocco’, nel quale sono emersi problemi in materia di sicurezza, sia per i lavoratori e i pazienti, sia anche per la popolazione che abita nei paraggi. In quanto, a parer loro, sussistono delle criticità in particolare nel rispetto dei requisiti antincendio.
La preoccupazione per l’ospedale di Osimo
«Quello che preoccupa maggiormente – evidenzia il segretario regionale Anaao Assomed Oriano Mercante – è il bombolone di ossigeno liquido privo delle necessarie protezioni antideflagranti. Paradossalmente sorge accanto alle mura di protezione costruita nel 2018 e non all’interno. I rischi che si corrono con un serbatoio scoperto sono assurdi. Considerato pure che attorno vi sono abitazioni private, dunque non ci sono pericoli soltanto per i lavoratori e chi accede all’ospedale per le cure. O ancora abbiamo rilevato un impianto di gas medicinali non compatibile con il sistema di compartimentazione antincendio e la cabina elettrica non a norma. Passando poi per le vie di fuga che sono situate in aree a particolare rischio nel malaugurato caso di incendio o l’assenza di uscite d’emergenza dal complesso edilizio, nel quale pure internamente vi sono problemi: del legno sulle porte nelle vie di esodo e assenza di compartimentazione idonea».
Per non parlare poi delle condizioni igienico sanitarie appena fuori dall’ospedale, «che tra materiale di scarto depositato dove capita, attività circostanti e guano di piccione negli spazi comuni, appaiono perfino meno rilevanti di quanto purtroppo abbiamo constatato a livello strutturale».
Prima di indire la conferenza stampa, Mercante comunica di aver interagito con la direzione: «Ma non c’è stata una comprensione immediata dei tanti problemi che ci sono». Per questo, «abbiamo inviato l’esposto alla direzione generale Inrca e Asur, ai vigili del fuoco, al Comune di Osimo, alla Prefettura e all’assessorato regionale alla Sanità».
«E non ancora all’autorità giudiziaria – spiega invece il legale di Anaao, l’avvocato Giuliano Natalucci -. Perché volevamo prima informare della situazione della struttura, provando ad interfacciarci con chi la gestisce, pur non avendo ottenuto un riscontro all’immediata richiesta di interventi». Che sarebbero comunque significativi, dispendiosi e richiederebbero del tempo. «Ma non più rinviabili», la chiosa di Mercante che poi parla del futuro dell’ospedale (aspettando quello nuovo), piuttosto tetro: «Osimo necessità di una struttura sanitaria – conclude -. Probabilmente non un ospedale, di sicuro non in quell’ambito. Per quello che richiede la normativa un presidio lì non è praticabile. Una casa della salute può essere una soluzione più adeguata. Ma non siamo noi a dover proporre soluzioni, se non quelle ragionevoli e oggettive».
Tipo la tutela di pazienti, operatori e residenti che devono agire in una struttura totalmente sicura: «Non ci interessano le responsabilità o di chi siano le colpe per i problemi che abbiamo appurato – aggiunge Osvaldo Scarpino, segretario Cosmed -. Ma la sicurezza: è la nostra premura. E non può, e non deve, mai venire meno».