OSTRA – La rigenerazione urbana è al centro del progetto che l’amministrazione comunale di Ostra ha ideato assieme al Dipartimento di Ingegneria Edile e Architettura dell’Università Politecnica delle Marche. Sabato 10 novembre, al teatro La Vittoria, si è tenuto il convegno conclusivo dal titolo “Progetto di rigenerazione urbana del centro storico – il coraggio di uscire dai problemi”.
Durante l’incontro amministratori ed esperti hanno parlato di come restituire al centro storico ostrense quella vitalità e quella bellezza che l’hanno contraddistinto per anni. Grazie agli studiosi dell’Università Politecnica delle Marche sono stati molti gli spunti di riflessione circa le opportunità da cogliere per eliminare il degrado in cui versano alcuni edifici del centro storico.
Il primo passo è stato quello di una convenzione sottoscritta dal Comune di Ostra con l’Univpm con cui si è dato avvio al progetto.
«È iniziata così nel 2015 l’analisi del contesto del centro storico ostrese, con lo studio degli immobili utilizzati e non, delle superfici e dei materiali impiegati – spiega il sindaco Andrea Storoni – che è poi stata illustrata nel primo dei tre momenti pubblici nel febbraio 2016. Nel giugno 2017 c’è stato il secondo incontro, un’occasione di confronto nazionale sui temi della rigenerazione urbana, e oggi (ieri, Ndr), nel 2018 si sono fornite proposte, strategie e opportunità di rigenerazione del nostro centro cittadino».
Proposte che si traducono nel ripensamento anche funzionale di alcune aree oggi in degrado come l’abitazione crollata nel 2005, di proprietà comunale, che potrebbe lasciare spazio a un’area di fruizione pubblica; oppure il recupero di edifici in stato di abbandono, come il palazzo Cenfi di proprietà dell’Asur e l’ex ospedale il cui immobile è invece nella disponibilità del Comune. «Non siamo ancora arrivati a progetti cantierabili – precisa Storoni – anche per via delle notevoli dimensioni: la superficie totale è di circa 5mila mq. Certo è però che dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti».
Spunti di riflessione che coinvolgono anche beni privati e che possono portare a un nuovo piano particolareggiato del centro storico che superi quello vigente, decisamente datato: «È del 1976 – ricorda Storoni – e ormai non risponde più né ai criteri odierni di sviluppo delle città né può più offrire una chiave di lettura o una prospettiva per Ostra».
Nel loggiato comunale, parallelamente al convegno, sono state esposte le tavole dei partecipanti al concorso di idee di rifunzionalizzazione della torre civica. Il sindaco vorrebbe riaprire al pubblico il simbolo di Ostra, alto oltre 30 metri: in chiave turistica rappresenterebbe una bella opportunità dato che, con la sua altezza, si può godere di una vista panoramica che lascia arrivare dal nord al sud delle Marche. La sua prima ma parziale rifunzionalizzazione potrebbe avvenire già nella prima metà del 2019.
Nel frattempo, proprio da un privato arriva la segnalazione di un elemento di decoro che versa nel degrado: si tratta delle porte di ingresso della chiesa di San Rocco. «Già restaurate nel 2012 tramite la Soprintendenza ai beni culturali con oltre 10mila euro – ricorda Giancarlo Barchiesi – hanno forse bisogno oggi di un nuovo restauro, prima che avvenga l’irreparabile». L’edificazione della chiesa risale al 1527, mentre le antiche porte della chiesa riportano incise la data del 1692, la data della sua consacrazione.