SIROLO – Il Parco del Conero tra le quattro aree protette finaliste per raggiungere l’ambizioso obiettivo del Geoparco. In competizione ci sono il parco nazionale Aspromonte, il parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, il parco regionale del Conero e il parco regionale dei Castelli romani. Solo due ce la faranno. Aniello Aloia, coordinatore del Comitato Nazionale Italiano Unesco Global Geopark, presso la sede della Commissione Nazionale Unesco di Roma, ha convocato i responsabili delle quattro aree protette vicine al traguardo, per definire i prossimi passaggi indirizzati alla candidatura.
«L’importanza del Conero è di indubbio interesse anche per imponenti e suggestivi esempi di come processi geologici e geomorfologici abbiano plasmato il paesaggio sino a quello che noi oggi conosciamo. Abbiamo dei punti di forza importanti come, tra gli altri, 2 dei 9 GSSP (Global Stratotype Section and Point) in Italia, uno è identificabile nella cava di Massignano e l’altro a Monte dei Corvi raggiungibile dal mare. Ci sono le carte in regola per diventare geoparco» spiega Gilberto Stacchiotti, presidente Parco del Conero, a Roma con il responsabile dell’ ufficio cultura Filippo Invernizzi. C’è però un deficit riscontrato rispetto alle altre candidature: la territorialità del Conero di 6000 ettari.
«I parchi con cui si va a competere hanno estensioni complesse e dal punto di vista geologico, soprattutto il parco della Laga e il Gran Sasso sono sotto attento studio, intensificato nel dopo terremoto. Ma anche se gli ettari di area protetta non sono elevatissimi, ci contraddistingue una storia geologica unica. Siamo avanti anche perché dotati da vent’anni della carta escursionistica geologica e per aver attrezzato di conseguenza i sentieri per le visite. Inoltre, potremmo diventare l’unica area protetta dell’Adriatico ad essere un geoparco» commenta Stacchiotti.
Il prossimo passo è predisporre il dossier coadiuvati dal geologo del parco delle Apuane, che affiancherà il Conero nella stesura della domanda, in quanto ha caratteristiche simili in dimensioni al parco marchigiano. Una volta presentato il dossier, il comitato italiano prenderà in considerazione le candidature e l’Italia ne presenterà due. «Per raggiungere il prestigioso obiettivo serve un grosso sostegno da parte di tutti i soggetti territoriali interessati: dagli enti agli operatori economici, dalle università alle associazioni. È importante che questo sia davvero il progetto di tutti, espressione cioè di un disegno collettivo dove ancora una volta sarà vincente il gioco di squadra. E naturalmente il parco del Conero c’è» conclude Stacchiotti.