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Patto di sviluppo per Fabriano: lo invoca la Cna

L'associazione di categoria chiede un «patto di ferro tra pubblico e privato per individuare filoni nuovi sui quali riprogrammare la città e il suo hinterland»

Massimiliano Santini, Cna
Massimiliano Santini

FABRIANO – Un patto per lo sviluppo con tutte le forze economiche e sociali a Fabriano. A proporlo è la Cna che chiede un «patto di ferro tra pubblico e privato, per individuare filoni nuovi sui quali riprogrammare la città e il suo hinterland».

L’associazione di categoria ricorda il suo impegno lungo tutti questi anni per sostenere e innestare progetti di riqualificazione produttiva e innovativa insieme alle istituzioni tutte e agli altri attori del territorio, «ma i risultati sono stati non sempre all’altezza delle attese. Abbiamo da sempre promosso percorsi di integrazione tra i comuni dell’entroterra della provincia per uno sviluppo turistico aggregato, e oggi ribadiamo la necessità di intensificare le occasioni di interscambio progettuale dalle Grotte alla Carta. Ci siamo battuti per anni per il completamento delle opere infrastrutturali, dal recupero del troncone abbandonato della Pedemontana che giace indecoroso lungo la valle del Sentino, al lento e tormentato percorso di completamento del raddoppio delle SS76. Dall’offrire sostegno al mantenimento del presidio sanitario locale, fino alla spinta offerta all’amministrazione locale nel rilanciare il rinomato artigianato locale e premiare chi investe nel territorio, alleviandone la tassazione locale».

Secondo la Cna occorre parlare di un “caso Fabriano” passato da ricco distretto a una zona depressa, in tutti i sensi, gravata dal perdurare di una crisi economica che ha sfondato la durata dei dieci anni. «Eppure il territorio uno sforzo per cambiare lo sta facendo eccome, basta vedere l’inedita spinta della coraggiosa micro e piccola imprenditoria locale verso la diversificazione settoriale, con il fiorire delle più disparate attività, frutto del connubio positivo tra creatività e necessità, da cui spesso sono gemmate interessanti startup, alle quali la Cna ha dato coraggio e tutta l’assistenza necessaria per mettersi in gioco», ricordano in una nota congiunta il presidente della sezione di Fabriano Maurizio Romagnoli e il direttore provinciale Massimiliano Santini.

Maurizio Romagnoli, presidente della Cna di Fabriano

Secondo l’associazione di categoria il risveglio delle comunità locali «passa per l’ormai piena consapevolezza che l’economia del territorio deve essere sempre più ricondotta all’iniziativa dei singoli e non all’indulgenza dei grandi gruppi industriali». E per questo si propone l’avvio di un percorso comune «tra tutti coloro che rappresentano gli interessi del territorio per affrontare il “caso Fabriano”, come una condizione estrema ed eccezionale da risolvere in tempi brevi, ma con una visione d’insieme e una progettualità di lungo periodo, per rimettere nelle mani degli imprenditori e dei residenti il loro futuro».