FABRIANO – «Dopo tante interrogazioni presentate, questa settimana in commissione siamo tornati a parlare di Pedemontana, con particolare attenzione alla breve tratta tra Sassoferrato e Fabriano i cui lavori iniziarono nel lontano 1971 senza essere mai ultimati». Questo l’incipit della nota della portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Patrizia Terzoni, che riporta alla ribalta la questione legata alla più grande incompiuta del territorio.
«Il terremoto del 2016, che ha portato alla chiusura della stata comunale di Frasassi creando non pochi disagi a tutti i cittadini residenti nei comuni della zona, ha riportato in auge l’esigenza di avere questa importante opera viaria per rendere più agevole la circolazione in tutta la zona, specie ora che sono ripresi i lavori nel tratto di Pedemontana che da Fabriano dovranno condurre a Muccia e che si sta avvicinando il definitivo raddoppio della Statale 76. In questo scorcio finale di legislatura come M5S siamo stati gli unici a incalzare la ripresa dei lavori per questa cruciale infrastruttura: è solo di qualche settimana fa una dettagliata lettera inviata a ministero delle Infrastrutture, Regione Marche e Protezione civile da parte del sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli», ricorda la Terzoni.
Il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro in commissione è stato chiaro. «Gli estremi per far ripartire i lavori ci sono. I fondi necessari Anas li ha e i tempi sono maturi perché si proceda, considerando oltretutto che nel versante settentrionale c’è anche il progetto compiuto dalla Provincia di Pesaro-Urbino per collegare Cagli a Sassoferrato. Sappiamo che lo scioglimento delle Camere è imminente e che nei prossimi mesi entreremo in una fase in cui tante cose verranno messe in stand-by anche da parte dell’Esecutivo. Però noi non permetteremo che si spengano i riflettori sulla questione: qualunque sarà il Governo che nascerà nel 2018 l’opera va completata, anche perché si è aperta la possibilità dell’inserimento della stessa nel piano di accesso al cratere sismico. Un comprensorio che vive grandi difficoltà economiche e infrastrutturali trarrebbe grandissimi benefici da questa rivoluzione viaria: l’auspicio è che si vada avanti e non si rallenti ulteriormente il tutto».