Attualità

Pedemontana delle Marche, gli strali di Cerreto d’Esi Bene Comune

La forza politica di opposizione critica l'immobilismo della giunta cerretese in merito alla mancanza di informazione sull'uscita obbligatoria per i mezzi pesanti al nuovo svincolo

La Pedemontana delle Marche (foto d'archivio)

CERRETO D’ESI – Piove e parte del nuovo tratto della Pedemontana delle Marche, Fabriano-Matelica nord, si allaga, soprattutto nell’area ricadente nel comune di Cerreto d’Esi. E l’opposizione attacca. «La grande opera della Pedemontana ha dei grossi problemi: la pioggia dell’11 dicembre lo ha messo in chiaro per tutti, e ha dato ragione a coloro che da anni si spendono affinché di queste problematiche si parli, perché su queste si agisca – l’affondo del gruppo consiliare Cerreto d’Esi Bene Comune -. Quando infatti un territorio collinare viene privato di alberi e rovi, che servono a trattenere la terra, quando l’acqua viene tombata e i fossi e i tombini vengono privati della loro funzione, non ci si può poi meravigliare delle conseguenze, che sono state disastrose. I segnali si sono mostrati subito, già in fase di costruzione: per anni tutti hanno notato, camminando intorno al lago, il formarsi di moltissimi pantani e le pompe per aspirare l’acqua in continua funzione. Per comprendere il perché non bisogna conoscere la fisica quantistica, anzi è un fenomeno, il ciclo dell’acqua, che si studia già alle elementari: c’è la sorgente, poi il ruscello, il fosso, poi il fiume ed il mare».

Dalla disamina, si passa all’attacco politico

E ancora: «L’amministrazione comunale ha definito la strada una risorsa, per noi è sempre stata altro. Fossimo stati noi l’attuale amministrazione a quell’inaugurazione non avremmo sicuramente partecipato, perché il nostro territorio è fragile e le nostre risorse autoctone, ovvero vigneti e agricoltura, per noi vanno preservate. La tutela dell’ambiente non è una bandieruola buona ad esser sventolata in campagna elettorale, ma è impegno concreto. La Pedemontana è un progetto figlio dei bisogni della famiglia Merloni, immaginato negli anni ‘70 per collegare le due aziende di loro proprietà. È ad oggi fuori da ogni tempo logico, e fuori da ogni utilità. Vicino a quella strada sono sorte, nei 50 anni che fu un progetto fantasma, le abitazioni di molti cerretesi. Non era necessaria per Cerreto né per Matelica: erano necessarie delle circonvallazioni, quello sì, ma si è preferito deturpare le campagne in collina per puri scopi di solo profitto. Cosa ci guadagna il nostro territorio? Un unico svincolo che ancora non vede un’uscita obbligatoria per i camion, per farli passare attorno al lago, i quali invece continuano a transitare sotto la Torre Belisario che è stata soggetta, fra l’altro, ad uno studio proprio sui possibili danni da vibrazioni del traffico? Lasciando fare a questi soggetti e facendogli realizzare i loro progetti Cerreto, che già è ridotta a dormitorio, rimarrà una bella cartolina, da guardare da lontano. Non possiamo permetterci di aspettare che arrivi una frana, o che le persone si facciano male: il Comune deve intervenire subito con un esposto alla Quadrilatero. Devono essere riaperti nell’immediato gli scoli chiusi, monitorate le pulizie degli stessi e messi in sicurezza i campi e le abitazioni», conclude la nota del Gruppo consiliare Cerreto D’Esi Bene Comune.