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Persi 3200 posti di lavoro

I disagi causati dal terremoto alle attività agricole e agrituristiche, a cui si aggiunge il blocco delle vendite, hanno provocato negli ultimi tre mesi del 2016 un calo del 24% degli occupati nelle campagne marchigiane. Ad affermarlo è un'analisi Coldiretti regionale elaborata su dati Istat

Stalla crollata

A causa degli effetti del sisma, nelle Marche si sono persi oltre 3.200 posti di lavoro nel settore agricolo rispetto all’anno precedente. I disagi causati dal terremoto alle attività agricole e agrituristiche e il blocco delle vendite hanno provocato negli ultimi tre mesi del 2016 un calo del 24% degli occupati nelle campagne marchigiane. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti regionale elaborata su dati Istat.

«Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola, con 15.300 aziende e stalle nei comuni del cratere e 175mila ettari di terreni agricoli coltivati. Nelle campagne il sisma ha causato l’interruzione di molte attività, anche a causa dello smottamento dei terreni, mentre a livello di vendite si è registrato un calo del 90%, soprattutto per l’abbandono forzato della popolazione residente- sottolinea Coldiretti-. Paralizzata anche l’attività agrituristica, con presenze pressoché azzerate. Tutti fattori che hanno pesato a livello occupazionale, senza ovviamente dimenticare il crollo di stalle e caseifici».

Per questi motivi Coldiretti chiede misure concrete di sostegno alle imprese terremotate: dall’erogazione immediata dei fondi previsti dal decreto legge Sisma Italia per garantire liquidità e far fronte dai danni subiti (bestiame morto, crollo di vendite, ecc.) al pagamento degli aiuti diretti per il mancato reddito, dagli sgravi fiscali per famiglie, imprese e per chi investe nelle aree terremotate, agli incentivi per favorire e accelerare la ripresa e i flussi turistici, con la detraibilità delle spese sostenute dai turisti per i soggiorni nelle strutture ricettive agrituristiche e un sostegno ai consumi dei prodotti delle aree colpite. «Inoltre, occorre anche recuperare gli inaccettabili ritardi accumulati nella realizzazione delle stalle e dei fienili» conclude Coldiretti.