PESARO – Aggredì i poliziotti a pugni e morsi, condannato. Il fatto era accaduto all’inizio di settembre in via Rossi e, dopo appena tre mesi, con rito abbreviato, la giustizia ha fatto il suo corso.
Davanti al tribunale collegiale di Pesaro il 22enne nigeriano era imputato per tentata rapina aggravata riferito alla pistola presa a un poliziotto, lesioni aggravate, porto d’armi improprie riferito a un anello alla mano con cui ha sferrato pugni, resistenza a pubblico ufficiale.
È toccato proprio a uno dei poliziotti aggrediti raccontare come andarono i fatti. Gli agenti lo videro raccogliere un portafoglio da donna e gli chiesero i documenti, ma lui scappò in bicicletta. Quando fu raggiunto reagì con violenza. «Tentò di darmi un pugno in faccia ma lo schivai. Aveva un anello a forma di bue con delle corna sporgenti. Poi mi diede due pugni al costato e ho sentito le ossa rompersi. Così feci in modo di finire a terra ma lui cercò di prendermi la pistola. La fondina si staccò, l’arma era carica. L’ho disarmato, abbiamo usato lo spray al peperoncino, così la pistola è stata allontanata e lui ammanettato».
Il poliziotto ebbe 45 giorni di prognosi, il collega 7. Il fatto creò reazioni nei sindacati di polizia. Il ragazzo, difeso dall’avvocatessa Simona Agostini, ha dato la sua versione, riferendo che i poliziotti volevano farlo salire con forza in auto per andare in questura e lui ha reagito. Ha detto di essere stato preso per il collo e che la pistola era caduta per la colluttazione.
Una storia che non ha retto tanto che il tribunale collegiale ha condannato il nigeriano a 3 anni e 4 mesi.