PESARO – Non si placa il dolore per la prematura scomparsa di Paolo Feliciani, pediatra 33enne trovato senza vita nella sua abitazione nell’appartamento di Via Loreto a Pesaro, nella giornata del 22 dicembre. Il giovane medico, che abitava da solo, non aveva patologie. Una tragedia che, oltre ad aver gettato nella disperazione familiari e conoscenti, ha ancora numerosi aspetti che necessitano di essere chiariti.
La Procura ha infatti chiesto lo svolgimento di alcuni esami per fare luce sulle cause della morte. L’esame autoptico così come gli esami tossicologici sono stati svolti nei giorni scorsi: ora si attendono i risultati per capire cosa abbia provocato la morte del giovane medico. Sono scarni i dettagli che emergono dall’inchiesta: sembrerebbe comunque che all’interno dell’abitazione del 33enne non siano stati rinvenuti farmaci che possano far pensare ad una reazione allergica o avversa.
Laureato in medicina con il massimo dei voti e i complimenti per il curriculum scolastico, a giugno di quest’anno si era diplomato in Pediatria. Aveva subito iniziato a lavorare facendo turni in diversi ospedali in attesa dell’immissione in ruolo nel distretto di Marche Nord come fresco vincitore di concorso. Ovunque aveva prestato servizio (Forlì, Cesena, Fermo, Civitanova, Urbino e, infine, a Pesaro e Fano) aveva ricevuto unanimi elogi per la professionalità e, soprattutto, per l’empatia naturale con i colleghi e con i suoi piccoli pazienti.
Una vita dedicata al prossimo, fatta di generosità e disponibilità la sua: nel 2015 aveva donato il midollo salvando di fatto la vita ad uno sconosciuto. Proprio nel rispetto del suo amore per il prossimo la famiglia ha deciso di donare le cornee: «Siamo certi che qualcuno vedrà attraverso i suoi occhi» ha scritto in una lettera di commiato il padre.
Pesaro sotto choc per la morte del pediatra 33enne Paolo Feliciani. Aperta un’inchiesta, si attendono gli esiti dell’autopsia
La Procura ha chiesto lo svolgimento di esami per far luce sulle cause. Controlli autoptici e tossicologici svolti nei giorni scorsi. Donate le cornee, «siamo certi che qualcuno vedrà attraverso i suoi occhi» ha scritto in una lettera il padre