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Pesaro, criminale incastrato grazie al Dna, si riapre il cold case ma il moldavo è latitante

I carabinieri del Norm di Pesaro e del Ris hanno individuato tre profili genetici di ladri e rapinatori, ora è caccia agli uomini

Una foto generica del Ris dei carabinieri

PESARO – Criminale autore di furti e altri gravi reati inchiodato dal dna lasciato su bottiglie, sementine e attrezzi trovati nell’auto utilizzata per le scorrerie.

Sono almeno sette i furti nelle Marche, tra consumati e tentati, che i reperti raccolti dai Carabinieri del NORM di Pesaro hanno consentito di collegare a un nome e un volto.

Nell’occasione del rinvenimento di un veicolo rubato e usato per una tentata effrazione ai danni di un bar, nel 2016, il personale della Sezione Operativa del Norm aveva repertato ogni traccia e l’aveva inviata al Ris di Roma, così come avvenuto in occasione di altri reati, perpetrati tra il 2013 e il 2015. Gli esami, disposti dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Pesaro, avevano consentito di individuare tre profili genetici compatibili con le tracce lasciate su numerose scene del crimine in mezza Italia. In occasione dell’arresto di un pluripregiudicato moldavo, i nodi sono venuti al pettine: il suo Dna combaciava con quello repertato in passato. Ora il moldavo, scarcerato prima dell’esito della comparazione, è gravato da un ordine di carcerazione ed è solo questione di tempo prima che debba rendere conto di tutti gli episodi criminali cui la sua firma genetica lo lega, non solo nelle Marche; gli esami del RIS, infatti, hanno permesso di mettere lui e altri suoi due complici, cui solo il tempo potrà dare un nome un volto, in relazione con una serie di reati che coprono un arco di quasi dieci anni, tra i quali persino un episodio di violenza sessuale, rapina e sequestro di persona avvenuta nel 2015 in provincia di Ferrara.

Tra gli episodi locali cui il malvivente è stato collegato, l’effrazione nel 2015 ai danni del Trony di Rio Salso, nel Comune di Tavullia, un furto quella volta non riuscito ma ennesimo episodio di una serie che aveva fatto scalpore per la spavalderia dei malviventi, che avevano colpito ben quattro volte nel giro di pochi mesi, incuranti persino della presenza dei proprietari.

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