PESARO – Le scritte sono molto chiare e non in un luogo qualunque. Sono comparse nella spiaggia tra Pesaro e Fano, recitano “No Gay” scritto sul muro del binario ferroviario e su una bacheca. Il messaggio voleva evidentemente arrivare forte e chiaro alla comunità LGBT perché quella è una zona abbastanza frequentata nel periodo estivo.
La reazione non si è fatta attendere. «Abbiamo avuto la segnalazione dal gruppo Rainbow Marche e subito contattato le amministrazioni comunali di Pesaro e Fano per far rimuovere le scritte – spiega Elvio Ciccardini, presidente Arcigay Agorà Pesaro – ci hanno fatto sapere che si attiveranno per la pulizia e la copertura delle scritte. Si tratta di un fatto spiacevole e inaccettabile. Non si va in spiaggia per non sentirsi accettati o insultati. Quello che arriva è un messaggio grave. Noi crediamo molto nei rapporti con le istituzioni locali. È con la partecipazione attiva che su alcuni temi si accresce un sentire collettivo più coeso e meno conflittuale. Il dialogo scardina i pregiudizi per cui continueremo in questo senso. Da un lato vogliamo stigmatizzare quanto accaduto che è negativo per il territorio non solo per la comunità LGBT. Ognuno ha la responsabilità di difendere i diritti di tutti».
Arcigay Agorà fa sapere: «Non ci stanchiamo di ribadire la necessità di provvedere a una legge contro l’omo-bi-transfobia, il cui progetto giace da anni in Parlamento senza che nessuna forza politica abbia trovato la volontà di ridiscuterla. Intanto lavoriamo affinchè le città di Fano e Pesaro siano inclusive e tolleranti, ferme nella lotta all’omofobia».
Ferma condanna anche da Possibile: «Esprimiamo piena solidarietà alla comunità LGBT marchigiana ed al Comitato Arcigay che ha subito denunciato l’accaduto – affermano Luca Angeloni e Gianmarco Capogna di MarchePossibile assieme a Beatrice Brignone, segretaria nazionale di Possibile – Da mesi assistiamo quotidianamente ad atti di discriminazione, violenza e odio. Il Parlamento torni a parlare di aggravanti per orientamento sessuale e identità di genere per completare il quadro normativo della Legge Mancino prevedendo anche un grande piano culturale per vincere stereotipi, pregiudizi e discriminazioni. Serve una legge chiara, europea, che non permetta alibi o giustificazioni perché l’omobitransfobia non è libertà d’opinione ma un’arma pericolosa che distrugge la vita a partire dai giovanissimi sempre più esposti all’odio. Siamo pronti a lavorare con tutte le realtà del movimento LGBTI per una grande stagione di lotta politica per la liberazione di tutte e tutti».