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Pesaro, raccolte circa 200 firme contro il market alla Celletta

Tanta la partecipazione alla Galleria dei fonditori dove è stata portata avanti la petizione. Oltre 5.000 metri quadri di verde trasformati da una delibera in area commerciale

Dietrofront sull'area della Celletta, niente più terreno destinato al commerciale. La questione aveva generato polemiche con raccolta firme

PESARO – Circa 200 le firme raccolte contro il futuro supermarket alla Celletta. 
Sabato 26 e Domenica 27 Ottobre 2019, alcuni volontari hanno portato avanti la raccolta firme alla Galleria dei Fonditori Ipercoop via Solferino Pesaro, finalizzata alla sensibilizzazione dei cittadini e degli amministratori, sul tema del consumo di suolo e sulle trasformazioni dell’area “Celletta” a Pesaro. 

Il tema ha infuocato anche il Consiglio Comunale qualche settimana fa lasciando strascichi anche in maggioranza.

La valorizzazione urbanistica prevede il cambio di destinazione da servizi a commerciale, con 5.000 metri quadri di superficie, un valore di 1,3 milioni di euro e la previsione di una nuova struttura su due piani di altezza. Parliamo della Celletta, tra Interquartieri e Santa Veneranda. Il consiglio comunale ha votato la variante per trasformare un terreno da servizi ricreativi (doveva sorgere un bocciodromo ndr) a commerciale.

In tanti si sono recati alla Galleria dei Fonditori per firmare contro il consumo di suolo.

Anche i ragazzi del Fridays for Future hanno assistito al consigli comunale e dato la loro partecipazione. «Abbiamo presenziato al consiglio ed è stato detto che il provvedimento in realtà non porta sostanziali modifiche, perché “mal interpretato” dato che non c’è già un progetto in cantiere. Non c’è oggi o domani? Sicuramente per un dopodomani è stata spalancata la strada a questo eventuale progetto. Ed è stata portata a un livello infimo la possibilità di lasciare quell’area a verde. Con buona pace dei residenti e del valore delle case costruite lì davanti oltretutto. 

Abbiamo assistito a un consiglio in cui è stato affermato che il piano urbanistico non può tener conto solo delle ragioni ambientali, ma anche di quelle industriali e commerciali.
Peccato che ci siano tante aree in questa città già costruite e abbandonate. Peccato che il verde, una volta distrutto, non torna più. È inutile arginare con qualche piantumazione, che oltretutto costituisce un ecosistema diverso da quello a prato. Ed entrambi sono importanti. Ma magari un albero fa più scena».