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Pesaro, il gesto d’amore che può salvare vite umane: donati gli organi di una 74enne

I familiari hanno voluto compiere un grande gesto che può significare speranza per altri pazienti. Le cornee alla Banca degli Occhi della Regione Marche all’ospedale di Fabriano

PESARO – Un gesto di solidarietà e altruismo. Si è svolto venerdì 12 agosto il prelievo di fegato, reni e cornee su una paziente di 74 anni che il giorno prima era stata ricoverata in gravi condizioni alll’Unità di Anestesia e Rianimazione di Marche Nord a causa di un’emorragia cerebrale.

In seguito all’accertamento di morte cerebrale della paziente, i familiari hanno espresso la volontà di donare gli organi e si è così proceduto ad avviare l’attività di prelievo, iniziata alle ore 19.00 circa presso il Blocco Operatorio del Presidio Ospedaliero San Salvatore di Pesaro.

Le procedure medico legali, le verifiche cliniche dell’idoneità degli organi e l’attività di prelievo sono state condotte dal collegio medico composto dai professionisti della Rianimazione, della Neurologia, dell’Anatomia Patologica e della Direzione Medica di Presidio, in collaborazione con il personale medico e infermieristico del Blocco Operatorio e con il Centro Nazionale Trapianti, che ha attivato la macchina organizzativa e disposto la destinazione degli organi prelevati: il fegato agli Ospedali Riuniti di Ancona, i reni all’Azienda Ospedaliera di Padova e le cornee alla Banca degli Occhi della Regione Marche presso l’Ospedale “E. Profili” di Fabriano.   

«La donazione di organi è un grande gesto d’amore, che può salvare la vita o dare nuova speranza ad altre persone – è il commento del direttore dell’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione in Urgenza di Marche Nord – ma si tratta di una sfida contro il tempo che si può vincere solo grazie ad un grande impegno da parte di tutta la squadra di professionisti che, a vario titolo, sono coinvolti nel processo. A nome di tutta l’Azienda ringrazio sentitamente i familiari per la sensibilità dimostrata e per aver acconsentito, nonostante il dolore per la perdita del congiunto, a favorire quella che ancora oggi rappresenta l’unica concreta speranza per molte persone».