PESARO – Programmazione turistica, gli amministratori di Pesaro, Gradara e Gabicce Mare si dicono «esclusi da quelli che la Giunta regionale considera “Grandi Attrattori Turistici”, nonostante il solo Castello di Gradara sia da tempo di gran lunga il monumento più visitato dell’intera regione e già Borgo più bello d’Italia. Nell’anno dantesco basterebbe questo a dire che il Piano triennale è “tutto sbagliato, tutto da rifare”».
È questo il duro commento di Daniele Vimini, vicesindaco di Pesaro con delega al Turismo, Filippo Gasperi, sindaco di Gradara, e Domenico Pascuzzi, sindaco di Gabicce Mare, al Piano regionale del turismo 2021-2023 delle Marche.
Nel documento, indicano, «non esiste il mare di Gabicce e Pesaro, non esiste proprio Pesaro. Si individua la sola Macerata come città della musica, ignorando il riconoscimento Unesco di Pesaro in questo ambito, il lavoro culturale collegato e l’unicità del Rossini Opera Festival, il solo in Italia in grado di attrarre un pubblico per oltre il 65% straniero».
Il Piano riporta «un susseguirsi di faziosità e forzature. Considera pochissimo anche Fano e cita per il nostro territorio solo “Urbino e l’entroterra pesarese” sicuramente meritevoli di grande attenzione, ma non esaustivi di una provincia che peraltro ha lavorato in questi anni, consapevole la Regione, a fare rete a livello turistico proprio tra le tre città principali».
«Evidentemente – continuano i tre – gli sforzi di fare strategie condivise non si notano o probabilmente non piacciono, come si dimostra ignorando anche la proposta della Riviera del San Bartolo avanzata da Pesaro, Gradara e Gabicce Mare, meritevole (come altre perle della regione), di entrare nella misura 14 per la “Valorizzazione delle eccellenze del territorio” e invece ignorate nonostante il solo Parco San Bartolo riscuota regolarmente l’attenzione dei più importanti media nazionali, internazionali e mondiali. Escludere da queste due misure vuol dire gettare le basi per escludere dai principali filoni di finanziamento e sostegno».
Vimini, Gasperi e Pascuzzi concludono: «Se alla prima presentazione del Piano triennale si poteva pensare ad una grave serie di sviste, dopo il respingimento degli emendamenti correttivi in commissione, si configura una colpa irresponsabile. Esigiamo che la discussione in aula ponga rimedio a questa ingiustizia e a questa miopia che finirebbe per danneggiare non solo il nostro territorio e per minare la stessa credibilità del Piano e del ruolo di programmazione e gestione della Regione nelle politiche turistiche».