PESARO – Una lettera a Banksy, il celebre street artist la cui identità è segreta. Il motivo della lettera è invitarlo a Candelara, un borgo pesarese che da mesi si dedica proprio all’arte contemporanea e ha già ospitato Blub e presto farà lo stesso con Ben Zeno. Un polo culturale che vuole diventare patria per gli street artist.
A scrivere la lettera è Lorenzo Fattori, operatore culturale che dà voce alla piccola comunità collinare. Un paese di soli mille abitanti, nella Regione Marche in Italia, il cui borgo storico è stato costruito e forgiato in epoca rinascimentale ed ampliato nell’Ottocento e Novecento.
«Durante la scorsa estate ha scoperto e vissuto sui suoi muri la bellezza della street art – dice Fattori – Non nego che alcuni di noi, quando hanno saputo di questo progetto per il centro storico, erano molto perplessi; forse sarebbe dire che erano proprio contrari. Ma oggi, dopo i primi interventi di Blub, la maggior parte degli abitanti hanno cambiato idea e sono diventati entusiasti di questa esperienza. La street art abbiamo scoperto noi candelaresi che è un’espressione d’arte imprevedibile ed incontrollabile; ogni giorno puoi risvegliarti con l’incognita, il desiderio e la speranza di aprire la propria finestra, o uscire dal proprio uscio ed incontrare una nuova opera. Un’arte che può portare un sorriso, una gioia inaspettata nei nostri cuori.
Con questo progetto di street art abbiamo scoperto che l’arte contemporanea, o meglio l’arte urbana, può convivere con la bellezza architettonica del nostro Borgo, anzi può valorizzare ed arricchire il nostro tessuto urbano fatto di piccoli scorci dovuti alla presenza delle chiese e dei palazzi storici. È una via per valorizzare la bellezza, per continuare a tracciare un segno per chi verrà dopo di noi. Anche la nostra epoca lascerà un segno indelebile nella storia di questa piccola comunità. L’idea è quella di trasformare il piccolo paese in un museo a cielo aperto, o meglio dire un museo diffuso. Grazie all’amministrazione comunale, alla Pro Loco ed alle generosità degli artisti il progetto è partito.
Allora caro amico Banksy, sappiamo che è impossibile solo immaginare che tu riesca a venirci a trovare per portare un sorriso anche nella nostra piccola comunità. Impossibile pensare che i nostri muri possano servirti per scrivere una pagina del tuo libro di protesta verso l’ordine costituito. Però vogliamo almeno sperare di farti sapere che abbiamo delle pagine bianche da scrivere. Volevamo farti sapere che soprattutto i ragazzi, che sono il futuro di questa comunità, si chiedono: “ma Banksy perché non lo invitiamo a Candelara?” Dentro di loro c’è il desiderio dir poter vedere un loro mito, un grande della storia dell’arte contemporanea, anche nel loro paese. Perché dobbiamo deludere le loro speranze? Perché dobbiamo censurarci? Ci ho riflettuto molto ed è giusto provare a scriverti.
Qual è stata la magia della street art nel nostro paese? Quella di unire persone di età, cultura e stato sociale differente, avvicinare soprattutto chi non entro mai in un museo al meraviglioso e onirico mondo dell’arte.
A noi piace sognare che tu leggerai la nostra lettera aperta, una lettera di una comunità verso un’icona del nostro tempo, un idolo dei giovani. E semmai volessi far parte di questo progetto, volessi affacciarti al nostro mondo, noi ne saremmo felicissimi e grati soprattutto perché alimentaristi l’unione di questa comunità e, come hai fatto in altre occasioni, rafforzeresti lo spirito cooperativo della nostra società che vuole ancora respirare aria pura ed essere un faro illuminante per il proprio territorio».