PESARO – Dipendenti del Comune sotto attacco nei commenti social, l’Rsu stigmatizza i comportamenti dei leoni da tastiera.
«Abbiamo appreso di post su gruppi Facebook che dileggiano e prendono di mira alcune colleghe. Alcuni cittadini hanno pensato bene di attaccare alcune dipendenti dell’Amministrazione comunale, fino a indicarle come causa di un aumento di tasse. Non è nostro compito addentrarci in spiegazioni tecniche di cosa porti agli aumenti della tassazione, ma vi assicuriamo che, eventualmente, gli stessi non andrebbero ad arricchire i dipendenti pubblici. Ma il punto è un altro; sono le parole sessiste, volgari, accusatorie, retrograde e figlie di una cultura patriarcale che dei cittadini si sono permessi di usare. Come RSU del Comune, in rappresentanza di tutti i colleghi e di tutte le colleghe, vogliamo rappresentare con forza la necessità di eliminare gli stereotipi, alla base di una cultura sessista che, quando non smantellata, si traduce, nei casi più estremi, in violenza contro le donne».
L’Rsu evidenzia: «Denunciamo quindi le parole pubblicate sui social contro alcune colleghe; fatta salva la facoltà delle stesse di intraprendere le vie legali perché la giustizia ponga rimedio alla gravità delle affermazioni contenute in quei post con volgari commenti sessisti. Come RSU del Comune, in rappresentanza di colleghe e colleghi sottolineiamo inoltre la necessità di smetterla con gli stereotipi legati al lavoro dei dipendenti pubblici, di smetterla di vederci come nemici. Non è quello che siamo né quello che vorremmo essere. Non è quello che pensavamo quando studiavamo per superare il concorso (perché nessuno ha avuto questo posto di lavoro come dono dal cielo), non è quello che pensiamo ogni giorno, quando usciamo dalle nostre case per recarci sul posto di lavoro, che sia un ufficio, una strada o una struttura educativa, consapevoli dell’onore che abbiamo di poter lavorare per il bene della città e al servizio di tutti i cittadini. I dipendenti del Comune di Pesaro non passano le giornate “a girarsi i pollici”, i cittadini lo possono constatare ogni qual volta si presentano agli sportelli, sottopongono un’istanza all’ente, entrano in una scuola o un nido. Veniamo da decenni di tagli alla spesa pubblica, intesa solitamente come tagli al personale. Siamo in continua evoluzione, facciamo formazione, ci confrontiamo con le nuove tecnologie e, speriamo che ci siano sempre più ingressi di giovani, che con le loro capacità ed entusiasmo possono ancora migliorare le modalità di svolgere i vari servizi. Giovani che spesso preferiscono altre carriere (in Italia o all’estero) perché essere dipendenti di un ente locale non fa diventare ricchi, né dà accesso a benefit speciali».