PESARO – Con un nuovo governo in costruzione e tutti i dubbi sul matrimonio 5stelle e PD, si è aperta festa Pesaro, la kermesse del Partito Democratico.
Doveva esserci il segretario Zingaretti ma si è dovuto fermare a Roma per le consultazioni. È stato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ad aprire la festa e tuonare contro Salvini.
«Fino a 15 giorni fa Salvini giocava a fare il supereroe e chiamava a sé tutti i poteri dalla spiaggia tra ballerine, mojiti e deliri di onnipotenza. Voleva conquistare l’Italia: è bastata una mossa democratica per farlo diventare improvvisamente ridicolo. Ha pagato lo scotto nei consensi. La democrazia è sancita dalla Costituzione: non vive in un tweet, né attraverso odio o rabbia». Lo ha detto il sindaco Matteo Ricci, aprendo la Festa dell’Unità di Pesaro in piazza Olivieri. «La mossa di Renzi, pur nella sua contraddittorietà, è stata da fuoriclasse. Più di tutti aveva visto nel M5S l’avversario, ma quando si fa politica bisogna capire le priorità. Che erano fermare il delirio di onnipotenza pericoloso e autoritario di Salvini, evitare l’aumento dell’Iva e fare una legge di bilancio capace di fare ripartire il Paese dopo la stagnazione degli ultimi mesi. Ha scombinato i giochi». Allo stesso tempo, l’altro protagonista è stato Zingaretti, «che è riuscito a tenere insieme il partito. Cosa complicatissima in un passaggio del genere. Il Pd si è presentato finalmente compatto, con una relazione del segretario, votata all’unanimità che ci ha dato forza».
Ha proseguito il sindaco: «In questi mesi si è creato un clima d’odio e di razzismo di ritorno. A forza di gettare benzina sul fuoco su problemi complessi, ma ora non emergenziali, come l’immigrazione si è creato un clima di tensione pericoloso. Salvini è stato il ministro dell’Interno che ha creato più insicurezza nel Paese. I problemi non si governano con l’odio alimentato dalla propaganda .Chi ha responsabilità di governo deve gestire le questioni e abbassare le tensioni. Ora fare un governo MSs- Pd sarà complicatissimo. Ma su alcuni punti si può provare a costruire un progetto di futuro nuovo. Intanto l’Italia con questa operazione è tornata in Europa: a dispiacersi dell’uscita della Lega dal governo è Orban. Ci eravamo allontanati dall’orizzonte comunitario. Abbiamo rischiato di cambiare la nostra connotazione internazionale, avvicinandoci alla Russia».
Altre convergenze possibili sui temi ambientali, «dove Salvini ha accarezzato le politiche di Bolsonaro e di chi nega l’esistenza dei cambiamenti climatici. Sullo sviluppo sostenibile, punto su cui l’Italia è stata assente nell’ultimo anno, si possono costruire politiche nuove». Ma avverte: «Non va sottovalutata la forza della politica sovranista. Serve un’idea democratica, riformista e con un forte approccio popolare. I sovranisti non si battono con un atteggiamento elitario. È stata la ricetta dei sindaci del centrosinistra che hanno vinto alle amministrative. Il Pd ha più bisogno dei sindaci, invece li tiene costantemente in panchina. C’è ancora troppo nelle mani delle correnti, e troppo poco affidato alle persone che hanno i voti nei territori. Credo che sia anche la strada più forte per affermare la leadership di Zingaretti».
Sulle regionali: «Evitiamo gli automatismi sulle alleanze, che non saranno automatici. Di certo se il governo funzionerà, si potranno favorire anche accordi sul territori. Non possiamo semplificare ma è giusto che nelle Marche, ad esempio, il dialogo ci sia e sia avviato. Poi vedremo le condizioni nei prossimi mesi». Da cancellare, per Ricci, «l’idea della flat tax: è incostituzionale perché nella tassazione ci deve essere progressività. Piuttosto concentriamo le risorse per abbassare le tasse ai ceti medio-bassi. Cambierei anche il decreto sicurezza: non è possibile che chi salva una persona commetta un reato. Sbagliato anche tagliare sull’integrazione. Sull’immigrazione è necessario abbinare rigore e solidarietà. Salverei invece la modifica del codice degli appalti, che ha aiutato ad avere aziende serie che fanno i lavori sul territorio».