PESARO – Prima sentenza nelle Marche, riconosciuta la doppia paternità per un bambino di un anno. Arcigay plaude a quanto accaduto ma chiede diritti.
Il bambino nato tramite gpa (gestazione per altri), una gravidanza utilizzata per oltre il 90% dei casi da coppie eterosessuali negli Stati Uniti, è stato portato in Italia da una coppia gay di Pesaro. Dopo un lungo percorso, il tribunale dei minorenni ha riconosciuto l’adozione per il papà non biologico e ora il piccolo di poco più di un anno ha due padri.
«Come Arcigay Agorà Pesaro-Urbino non possiamo che essere molto felici per la coppia pesarese composta da due uomini che finalmente viene riconosciuta legalmente con il loro figlio come una famiglia, quale è. Il bambino ora è più tutelato, ha riconosciuti entrambi i genitori e non solo quello biologico e vanta su di loro diritti così come i genitori vantano diritti e doveri sul bambino. Il tribunale dei minorenni e tutti gli esperti che hanno dato parere positivo all’adozione speciale confermano ancora una volta, dopo le ricerche scientifiche, che la frase “Un bambino ha bisogno di un padre e di una madre” non è altro che una chiacchiera da bar fatta senza cognizione della psicologia e della pedagogia. Un bambino ha bisogno di qualcuno che lo ami e che si prenda cura di lui. In Italia manca una legge che tuteli le famiglie omogenitoriali sin dalla nascita del bambino e obbligarci al percorso di adozione è una discriminazione. Chiediamo la trascrizione immediata di tutti i certificati di nascita di bambini nati da coppie omogenitoriali all’estero anche in Italia e il matrimonio civile con il diritto all’adozione: non possiamo lasciare ad un singolo tribunale la scelta che riguarda i genitori di un minore ma va normata a livello statale a favore della pluralità delle famiglie. Tra un anno questa storia potrebbe finire con la galera per altre coppie se passasse la legge che rende la gpa un reato universale: perché non normarla come hanno fatto tanti paesi occidentali? Per fare in modo che non ci sia alcuna forma di sfruttamento ma solo la scelta libera di donne libere di fare del loro corpo ciò che vogliono come donare la possibilità ad un’altra persona di diventare genitore. Un atto di grande generosità che non può essere denigrato a mercificazione per una ignorante ideologia che esclude sempre il parere delle dirette interessate: in questo caso, le persone gestanti».