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Pesaro, scetticismo sul 5G. Nasce una petizione per verificare le conseguenze sulla salute

Il comitato salute e diritti ha promosso una raccolta di firme: «Vogliamo chiedere all'Asur di conoscere un eventuale impatto sanitario dei campi elettromagnetici»

Antenna 5g

PESARO – Una petizione per chiedere verifiche prima di installare il 5G in città. Il Comitato salute e diritti vuole vederci chiaro e chiama in causa il sindaco Matteo Ricci.

L’obiettivo è affinchè «provveda a chiedere all’Asur uno studio ad ampio spettro su un eventuale impatto sanitario collegato all’installazione del 5G, con sospensione dell’installazione fino alla conclusione di tale studio e di fronte ad eventuali risultati che ne confermassero la pericolosità».

La petizione è in rete e già oltre 300 pesaresi l’hanno sottoscritta, rivolgendosi al Comune: «Premesso che siamo a favore di ogni miglioramento, quindi anche tecnologico, che agevoli gli individui sia nella vita personale che in quella lavorativa, crediamo tuttavia che qualunque cambiamento non possa prescindere dal bene supremo della salute, nella convinzione che ogni nuova tecnologia debba essere al servizio dell’essere umano, e non viceversa. L’avanzamento a quanto pare imminente della tecnologia 5G ci vede fortemente preoccupati – continuano i cittadini – perché, nella totale assenza di studi scientifici che escludano completamente eventuali danni al sistema biologico del corpo umano sia per gli adulti che per i bambini, ma anche per la flora e la fauna, vedremo aggiungersi alle radiazioni elettromagnetiche già esistenti delle migliaia di antenne per la telefonia mobile per il 2G, 3G e 4G, quelle di campi elettromagnetici di questa nuova tecnologia a microonde da antenne (small-cells) installate circa ogni 100 metri sui lampioni della luce, nei tombini dei marciapiedi, sui balconi dei palazzi e persino dentro le case, oltre che con il WI-FI dallo spazio da satelliti artificiali in orbita e droni nel cielo».

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Secondo il comitato «sarà un sistema talmente avvolgente da comportare un’esposizione massiccia della popolazione all’inquinamento elettromagnetico. Ci assicurano che il calore generato dai campi elettromagnetici del 5G non andrà oltre la pelle, ma un’alterazione termica della pelle, con le nervature che la percorrono, non è già di per sé un’offesa al nostro sistema biologico? La pelle è la prima barriera del nostro sistema immunitario, disturbarne artificialmente il meccanismo di difesa significa contrastarne l’efficacia; è già accertato che la prima reazione all’aumento di calore sui tessuti del corpo umano, sarà una ricerca di equilibrio con un aumento della circolazione sanguigna, la sudorazione o la respirazione accelerata, influendo quindi attivamente sulla salute e sulla qualità della vita. È notizia recente che sia la Svizzera che la Slovenia hanno bloccato questa tecnologia, idem la regione di Bruxelles che avrebbe dovuto fare da apripista, ma alla fine è prevalso il principio di cautela, mentre ovunque nel mondo si alza la richiesta di fermare il 5G, perlomeno fino agli studi che ne escludano il danno sulla vita dei cittadini, anziché sottoporli direttamente ad una vera e propria sperimentazione, come sta già accadendo in varie città italiane come Roma, Milano, Torino, Bari, Genova senza peraltro conoscere se è stato creato uno studio di rilevazione dei dati sanitari ma anche ambientali sulla flora e sulla fauna locale, al fine di poter confrontare i dati di prima e dopo le emissioni del 5G».

In Italia 471 Comuni sono ufficialmente Stop5G; 311 sindaci, di cui 45 delle Marche, hanno emanato ordinanze stop5G; 2 Regioni, la nostra Marche e la Toscana, hanno approvato mozioni per la precauzione. Consapevoli che il Comune è l’ente competente in ambito territoriale al rilascio dell’autorizzazione per l’installazione e la modifica degli impianti per telecomunicazioni e radiodiffusione, ci rivolgiamo al Sindaco quale responsabile della salute dei cittadini».

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