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Pesaro, Varotti: «Ristoratori e tour operator pronti alle proteste di piazza»

Il direttore Confcommercio chiede da giorni aiuti concreti al comparto, senza risposte. «Tanti non riapriranno e non staremo a guardare»

Varotti al Mulhouse 2020

PESARO – Abbiamo parlato di come metà delle aziende sia ferma, di come la cassa integrazione stia tardando ad arriva e soprattutto di come un esercito di partite iva e lavoratori autonomi non stiano avendo un euro. Ristoratori, piccoli esercenti, albergatori e tanti altri in crisi di liquidità.

Il direttore di Confcommercio Amerigo Varotti ipotizza uno scenario: «La misura è colma: attenzione alle proteste pubbliche. Le piccole imprese del turismo non ce la fanno più.

All’inizio dell’emergenza coronavirus il turismo – con tutte le sue sfaccettature ( Ristoranti, Tour operator , Pubblici esercizi ) – era considerato dalla politica come uno dei settori più problematici. Poi il turismo è sparito dai radar e dal dibattito dei politici e dei governanti.

Si è cercato di fare di ogni erba un fascio , mettendo tutte le imprese sullo stesso piano senza capire e quindi considerare chi ha avuto , ha e avrà il danno economico più rilevante.

Il settore più colpito e che lo sarà per lungo tempo è il turismo con la ristorazione. Ma Governo e Regione sono silenti: nessun provvedimento adottato per questo settore più penalizzato di tutti gli altri.

Tutti a parlare di questa o quella industria che – lo capiamo – vorrebbe riaprire dopo 10 giorni di chiusura; molti a chiedere deroghe per continuare a produrre (e poi viene data alla Fiat in Molise, non si sa bene perché). Ma nessuno che capisca il dramma unico di un settore colpito a morte e che è chiuso da 45 giorni e che quando riaprirà,  se riaprirà , avrà limitazioni ferree con diminuzioni dei ricavi enormi.

Ma Governo, Parlamento, Regione e financo la Camera di Commercio delle Marche mettono tutti sullo stesso piano.

Addirittura invece che mettere liquidità nelle aziende del settore turismo (perché iniezione di liquidità vuol dire solo fondo perduto come ha fatto la Germania) danno alle banche la possibilità di fare dei mutui che, peraltro, molte stanno utilizzando per rigirare allo Stato il rischio dei finanziamenti precedentemente accordati . E non certo alle micro o piccole e medie imprese».

La categoria è stata ricevuta dal Prefetto e ha messo sul piatto dei numeri pazzeschi. Un fatturato da oltre 1 miliardo di euro in provincia di Pesaro, circa 15 mila addetti e il rischio che una impresa su due non riapra, facendo perdere 5 mila posti di lavoro.

«L’invito che arriva dal governo è che le stesse aziende che sono chiuse e lo saranno ancora per molto tempo si indebitino senza alcuna certezza per il futuro. E intanto mentre le Aziende Multiutility comunicano bilanci record e forti ripartizioni degli utili, a queste imprese del turismo e del commercio continuano ad arrivare bollette salate.

Ed allora visto che nessuno ci sente ed i Parlamentari del centro e della periferia continuano indisturbati a prendere i loro lauti emolumenti (loro in cassa integrazione no) i ristoratori , i pubblici esercizi, i commercianti chiusi da 45 giorni (non la grande distribuzione che comunque chiede la Cig), i tour operator che hanno perso tutto il lavoro di un anno senza alcuna prospettiva per i prossimi mesi e gli albergatori ( che forse non avranno le risorse e le energie per riaprire) sono pronti, anzi si stanno preparando a manifestazioni di protesta pubbliche rischiando anche le sanzioni previste dalla legge. La misura è colma, cari politici».