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Piano socio sanitario regionale e liste di attesa, Acquaroli: «Effetti tangibili tra 2023 e 2024»

In Consiglio regionale il dibattito che precede l'approvazione del piano socio sanitario regionale che sarà votato nella seduta di domani. Il governatore ha spiegato ai giornalisti i punti salienti del documento

Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli

ANCONA – «Dall’approvazione di questo piano socio sanitario si partirà con una nuova missione con delle nuove priorità» quella «di costruire una nuova sanità del territorio, di andare a guardare l’appropriatezza delle prestazioni e di riequilibrarle all’interno del nostro territorio regionale, per garantire con maggiore equità l’approccio dei cittadini alle strutture socio sanitarie». Lo ha spiegato ai giornalisti il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli parlando a margine della seduta del Consiglio regionale in cui è aperto il dibattito che precede l’approvazione del piano socio sanitario regionale che avverrà nella seduta di domani, dopo che quella odierna si è chiusa alle 18,47 di questa sera.

Una seduta ricca di polemiche e battibecchi tra maggioranza e opposizioni: il Pd che non ha avanzato emendamenti, come annunciato ieri in conferenza stampa e il Movimento 5 Stelle ha definito il piano «un libro dei sogni». La maggioranza ha attaccato i dem per non aver presentato emendamenti, parlando di una occasione persa, è stato detto in seduto, per partecipare alla discussione sul piano con proposte.

«Quali gli elementi del piano socio sanitario regionale? Sono tanti, è una ricostruzione di un sistema sanitario che si basa su alcuni principi cardine – ha detto – , cioè quelli di mettere a sistema e in rete, le aziende che sono state create lo scorso anno con la riforma» dell’agosto 2022, aziende che «oggi hanno una nuova missione», ma le cui scelte vengono «fatte in base al piano socio sanitario attualmente in vigore» ovvero quello della giunta regionale precedente.

Sulle liste di attesa i primi effetti del piano socio sanitario si potranno vedere «nelle mensilità e negli anni successivi» all’approvazione, «contiamo che nel residuo dell’anno 2023 ma soprattutto nel 2024 gli effetti inizieranno ad essere tangibili». Sentito sul ruolo del privato accreditato ha spiegato «abbiamo trovato una situazione precisa che non è stata mai trasformata, ma vogliamo» che «risponda alle esigenze del cittadini in termini di prestazioni e contiamo che gli effetti potranno essere benefici nelle liste di attesa e non solo, penso anche nella diagnostica e nell’abbattimento negli anni della mobilità passiva».

Acquaroli ha ricordato lo studio «commissionato e studiato con l’Università Politecnica delle Marche e con l’Università Bicocca che ci consente oggi di avere la domanda delle prestazioni che i cittadini marchigiani fanno al sistema sanitario regionale e dei cittadini marchigiani che vanno fuori regione, creando mobilità passiva. L’unione di tutte queste informazioni potrà portare ad avere una più specifica e precisa committenza rispetto alle aziende, le Ast, Torrette e Inrca e soprattutto anche al privato convenzionato al fine di riuscire ad esaudire nel più breve tempo possibile un maggior numero di richieste dei cittadini marchigiani».

Il governatore ha spiegato «è un sistema complesso, molto innovativo, che si basa su numeri e domande molto pratiche e reali e che cercano di eliminare le sperequazioni e anche le differenze che c’erano nel nostro territorio, frutto delle diverse missioni che le aziende avevano: penso alla Asur che aveva una missione nel pesarese, e un’altra missione nell’anconetano e missioni diverse nell’ascolano, nel fermano e nel maceratese. Ora con le Ast si è andati a riequilibrare il senso della missione delle aziende, escluse le missioni di Torrette ed Inrca, al fine di dare specifiche missioni ad ogni azienda e un ruolo preciso a cui dovrà attenersi la filiera sanitaria e che dovrà anche rispondere a quelle che saranno le committenze date da Ars e dal Dipartimento. È una riforma a cui abbiamo lavorato tantissimo, non abbiamo la pretesa che sia una riforma perfetta in tutto e per tutto, ma credo che sia grande lavoro condiviso e che si basa su informazioni precise e dettagliate».

Sulla possibilità che con la revisione del Pnrr case e ospedali di comunità siano a rischio per quanto concerne il rispetto dei tempi e dei numeri preventivati, il governatore marchigiano ha spiegato che «nel primo periodo del 2021, quando era stato stabilito il numero delle case di comunità, c’era un costo di costruzione e di intervento edilizio che era completamente diverso a quello che abbiamo oggi. Nei mesi abbiamo denunciato più volte ai governi che quelle risorse non sarebbero bastate per realizzare gli interventi che erano stati stabiliti, oggi il governo Meloni e il ministro Fitto hanno fatto chiarezza, dicendo che bisognava definanziare alcune di queste strutture per completare le altre e rifinanziare contemporaneamente le altre con altri fondi per garantire al 100% il completamento delle strutture».

Ma «non si tratta di un taglio – ha specificato – e non si tratta di allungare i tempi, è chiaro che nella pubblica amministrazione finché non c’è il cantiere aperto e finito nessuno è in grado di dare un tempo certo. Auspichiamo che entro il 2026 si potrà portare a termine tutti gli interventi programmati, se non tutti, la gran parte».

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