ANCONA – Altro che fioriere di corso Garibaldi: Riccardo Picciafuoco, architetto e presidente del Parco del Conero, è il progettista scelto dalla giunta Silvetti in tema di decoro urbano, innanzitutto per il centro storico. Per riprogettarlo ricordando il passato con gli occhi del presente e guardando al futuro. il suo incarico non è stato ancora formalizzato ma nei prossimi mesi sarà lui che si dovrà occupare – come spiega – di trasformare la sua visione e il suo progetto d’insieme in un cosiddetto metaprogetto, le coordinate che diventeranno vincolo per chi metterà mano alla progettazione esecutiva di questo lavoro. Non solo fioriere, dunque, ma un percorso complessivo che abbraccerà il cuore di Ancona.
Riccardo Picciafuoco, di cosa si occuperà principalmente?
«Il mio incarico è quello di costruire un percorso progettuale che riguarda il centro storico di Ancona, dal porto al Passetto. E’ questo l’asse da mare a mare che, secondo l’amministrazione, ha più bisogno di essere riqualificato. E da progettista dico che ha bisogno di vedersi restituita quell’identità che nel tempo via via ha perso».
Come farà?
«Innanzitutto sottraendo, non aggiungendo. Ricostituendo uno spazio, parlo per esempio della porta-salotto della città, piazza della Repubblica, cuore dell’obiettivo dell’intervento insieme a corso Garibaldi. Lì bisogna togliere ciò che è stato aggiunto e che destabilizza chi ci arriva».
Cosa ne pensa delle fioriere spesso criticate?
«Il problema di corso Garibaldi non è quello. Sono quei due elementi inseriti e poi tolti, quelle panchine con le attrezzature multimediali che non hanno mai funzionato, quelli sì elementi incongrui rispetto a corso Garibaldi, che sono sembrati posizionati a caso. Serve un pensiero complessivo su corso Garibaldi, un piano, un progetto organico e coerente».
E della copertura di corso Garibaldi?
«Sarebbe un’idea straordinaria e un po’ visionaria. Sarebbe la galleria Garibaldi, l’ho proposta circa trent’anni fa. Avrebbe un effetto incredibile, verrebbero da tutta Italia per vederla».
Invece della copertura di piazza Pertini?
«E’ un’idea da riprendere. Il progetto di spostare le bancarelle da corso Mazzini a piazza Pertini c’era già, ma in quel piazzale, una spianata di cemento, i bancarellari non ci sono voluti andare, con i rinoceronti messi nel posto più sbagliato».
In generale, cosa serve al centro storico per migliorare il suo aspetto?
«Un progetto unitario, collegato da pensiero, da un’idea che accomuna tutti gli interventi. Ci tengo a dire che partirò da un processo culturale e storico che attingerà innanzitutto dal bellissimo archivio Corsini che quasi nessuno conosce. Ancona non è stata sempre così anonima e sciatta, ce l’ha avuta l’identità, eccome, questo è il senso. Tengo tantissimo all’aspetto culturale del mio incarico, vorrei che si aprisse un dibattito in città. Ma mi permetta».
Prego.
«Distinguo i luoghi della città tra quelli forti e quelli deboli. Esempio: un luogo forte è piazza Roma, uno debole con potenzialità da luogo forte la Galleria Dorica, luogo che pochissime città possono vantare ma in cui non va nessuno. Per questo come per tanti altri aspetti sto mettendo a punto alcune idee ma in questa fase scoprirei troppo le mie carte».