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PiF, dopo 80 anni torna a suonare il Bandoneon di Piazzolla – VIDEO

Grazie i maestri Filippo Arlia e Cesare Chiacchiaretta, un progetto musicale di riscoperta di Astor Piazzolla a un secolo dalla nascita

Silvia Mezzanotte

CASTELFIDARDO – Due strumenti a prima vista per niente simili, come il pianoforte e il bandoneon, eccezionalmente uniti in un omaggio al genio argentino del tango, Astor Piazzolla. È l’esperimento musicale del pianista e direttore d’orchestra Filippo Arlia e di Cesare Chiacchiaretta bandoneonista, in arte “Duettango”. Il loro concerto ha acceso il teatro Astra di Castelfidardo, venerdì 1 ottobre, nell’ambito della rassegna “Pif-Premio internazionale della fisarmonica”. Dopo 80 anni il bandoneon di Astor Piazzolla è tornato a suonare…

«L’emozione è assolutamente grandissima, perché è lo strumento che Astor Piazzolla utilizzava da bambino – dice il maestro Cesare Chiacchiaretta – inoltre ha un suono bellissimo. Per me è una forte emozione sia suonare questo strumento che ha 100 anni, sia pensare che è stato il bandoneon di Piazzolla e poi suonarlo a Castelfidardo, è ancora più importante». «Duettango nasce perché più di 10 anni fa abbiamo inaugurato con un concerto l’auditorium del Conservatorio Tchaikovsky di Catanzaro e Nocera Terinese dove insegnavo e nasce per portare alla luce alcuni lavori di Astor Piazzolla che in Italia non sono molto conosciuti – aggiunge Filippo Arlia, direttore principale dell’Orchestra filarmonica della Calabria – perché a parte il Libertango che è la sua opera più popolare e celebrata nelle balere, Piazzolla non è considerato un genere nobile, infatti ancora nelle scuole e nei conservatori non si studia. Noi crediamo che sia sbagliato e lo dimostra il fatto che Piazzolla ha scritto centinaia di numeri di catalogo di composizioni dove anche i professionisti più bravi e più quotati per poterle eseguire devono studiare parecchio tempo. Quindi – conclude – nell’anno del centenario della nascita di Astor Piazzolla, proprio il 2021, ci auguriamo che questo possa venire alla luce perché se i nostri ragazzi se non suonano e ascoltano Piazzolla si perdono veramente un grande pezzo di musica del Novecento».

E se grazie a “Duettango” il bandoneon di Astor Piazzolla bambino, fermo da più di 80 anni e restaurato dagli artigiani fidardensi, è tornato a vivere, a far vibrare le corde emotive del pubblico ci ha pensato la straordinaria voce di Silvia Mezzanotte, tra le interpreti italiane di maggior successo, che ha affiancato la carriera solista a quella di voce dei Matia Bazar con i quali ha vinto il Festival di Sanremo 2002 con il brano “Messaggio d’amore”. Ha collaborato con artisti del calibro di Laura Pausini, Francesco De Gregori, Mia Martini e Massimo Ranieri, ha all’attivo 3 album solista e 9 singoli per una carriera e un talento veramente eccezionali. Ora, questa sfida con i Duettango.

«L’anima che sento più mia è l’anima live, come stasera, non importa lo spettacolo che faccio perché li amo tutti quanti ma mi importa il contatto con il pubblico – spiega la cantante Silvia Mezzanotte – mi piace questo, più di tutto. Nello specifico stasera facciamo uno spettacolo che adoro. Mi sono innamorata perdutamente di Astor Piazzolla qualche anno fa grazie al maestro Filippo Arlia che mi ha attirato con sé in questo meraviglioso pozzo musicale e non voglio più uscire. Del progetto Duettango mi ha affascinato la difficoltà, tant’è che all’inizio ero assolutamente spaventata dal repertorio invece poi nello studiare le canzoni e il maestro Piazzolla mi sono appassionata alla sua passione e al mondo del tango – Piazzolla non è solo tango – ma il suo tango nuevo che è rivoluzionario che porta con sé un po’ tutto, ti fa bene, ti fa male, ti fa impazzire, ti strega». Nel 2016 Silvia Mezzanotte è stata protagonista di una drammatizzazione teatrale di Riccardo Russo sul tema del femminicidio. Da donna di successo, che ha dedicato molto della sua carriera a omaggiare altre donne della musica (penso allo spettacolo “Regine”), cosa si sente di dire alle donne, lei che è un personaggio così forte? «In questo momento dobbiamo tenere viva e alta l’attenzione sul mondo femminile – conclude la cantante – noi che rappresentiamo tra virgolette il mondo evoluto, in realtà ci troviamo a parlare di femminicidio un giorno sì e l’altro pure e spesso più volte al giorno. Poi c’è la parte di mondo meno evoluto, come le donne dell’Afghanistan che stanno vivendo un momento drammatico, dobbiamo tenere nella luce la loro condizione e quella delle donne in generale».

Silvia Mezzanotte sul palco del teatro Astra di Castelfidardo con i Duettango