ANCONA – «Siamo tutti cittadini del mondo, non braccia da lavoro nè clandestini. Ma persone che fuggono da povertà, conflitti e violazioni dei diritti umani, alle quali vanno riconosciuti i diritti posti alla base delle nostre civiltà in generale e della nostra costituzione in particolare». Questo il pensiero alla base della manifestazione che si è svolta oggi pomeriggio in piazza Roma, indetta dalle associazioni Anpi, Amnesty International, Arci, Caritas, Casa delle Culture, Festa per la libertà dei popoli, Gulliver, Libera, Se non ora quando, Meic, Semaj, Terzavia, Time for peace, Cgil, Cisl, Uil.
Quello che le associazioni chiedono a gran voce sono provvedimenti urgenti come:
- legge sul diritto d’asilo con una revisione del “regolamento di Dublino” che abbandoni il criterio del Paese di Primo ingresso e l’apertura urgente di corridoi umanitari che garantiscano viaggi sicuri a chi scappa
- riforma della legge di cittadinanza la cui approvazione è ferma da anni al Senato, che preveda lo Ius soli cioè il diritto di cittadinanza per bambini che nascono e crescono in Italia da genitori regolarmente soggiornanti
- nuove politiche d’integrazione sociale e culturale attraverso azioni di tipo culturale che coinvolgano l’intera cittadinanza
I dati parlano chiaro. Oggi ad Ancona un nuovo nato su 5 ha almeno un genitore di origine straniera. Il 23% dei bambini nati nelle Marche ha un genitore non italiano. Di questi bambini 1 su 7 è attualmente iscritto alle scuole d’infanzia e il 67% dei cittadini immigrati nella provincia di Ancona è residente da molti anni e ha un permesso di lunga durata. Molti di loro nascono, studiano, lavorano, pagano le tasse, contribuiscono per l’8,8% al pil italiano ma non godono di pieni diritti di cittadinanza. Nella nostra provincia nel 2015 sono pervenute poco meno di 2mila richieste di riconoscimento di protezione internazionale, un numero da prendere in considerazione, ma ben lontano dal farci pensare a un’invasione, come qualcuno invece vorrebbe far credere.