FABRIANO – Claudia Mattioli – operaia, sindacalista e consigliera comunale nell’attuale legislatura – che ha saputo reinventarsi costantemente quando ha dovuto affrontare difficoltà legate al mondo del lavoro e anche personali.
Una donna «più volte caduta a terra e rialzata grazie alla fede e al coraggio», come ama descriversi. «È sempre valsa la pena lottare? Non so, di certo ogni dramma mi ha maggiormente reso riconoscente alla vita, orgogliosa di quel che ho. Per me tutto ciò è tanto e lo difendo, perché mi rende dignitosamente donna e persona vera».
Claudia, ci dica le tre donne che sono un esempio per lei?
«Madre Teresa di Calcutta, Rita Levi Montalcini e Maria Montessori, donne speciali nella loro intelligenza, caparbietà e altruismo, coraggiosamente innovatrici, hanno segnato e segnano nei tempi il forte contributo che hanno reso all’umanità».
L’essere donna a Fabriano e in Italia, è facile o complicato?
«Siamo festeggiate, ma non rispettate. Spesso ai margini, in posizione subalterna rispetto all’uomo per violenze di ogni genere, a Fabriano come in Italia. Vista per lo più per la sola bellezza o con una maternità che diventa numero, come i conseguenti tagli dei punti nascite. Penalizzata nelle assunzioni, nei trattamenti, nella carriera e nel salario spesso ridotto rispetto a quello maschile. Sono solo alcuni esempi su come drammaticamente la nostra civiltà sia ancora incompiuta».
In che occasione si è sentita discriminata nel suo ambito?
«Mi sono sentita utilizzata a livello mediatico, per inoltrare messaggi e riflessioni su realtà oggettivamente bisognose di aiuto. Poi, però, ho subito grandi difficoltà ad essere ascoltata nei tavoli sindacali, nelle contrattazione di secondo livello aziendali e, infine, nel ruolo di consigliera comunale. Insomma, dove si decide la donna è ancora una quota rosa “sfumata” dalla predominanza maschile e deve spendere molte più energie per essere degna di opportuna attenzione».
Esiste la solidarietà fra le donne? È vero che il peggior nemico delle donne sono le donne?
«Ci sono situazioni in cui vuoi per istinto e per cultura ci si vede solidali tra noi e a crederci con fermezza. Siamo tuttavia anche molto sensibili e attente osservatrici, questo ci induce molto alla critica, accendendo vivace quanto pericolosa competitività, che è, però, diverso dal dire che il peggior nemico delle donne sono le donne».
Un messaggio alle donne del futuro?
«Difendete la donna come persona, bella nella sua intelligente femminilità. Mi rivolgo a ciascuna e concludo citando una frase di madre Teresa di Calcutta. Da al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci. Non importa, dà il meglio di te».