FABRIANO – La polemica politica sotto l’albero di natale non poteva non riguardare l’ospedale Engles Profili di Fabriano, con la Regione Marche che finisce sul banco degli imputati.
In particolare, sono due consiglieri comunale di opposizione a polemizzare con i vertici dell’Area Vasta 2, direttore Giovanni Guidi in testa, che – a loro dire – ha raccontato «favole» rispetto alle reali condizioni in cui versa il presidio ospedaliero cittadino.
«Per Guidi e company va tutto bene – sottolinea il consigliere Vincenzo Scattolini, in rappresentanza della lista civica omonima, di Lega e FdI -. Peccato che manchi personale infermieristico e soprattutto manchino i medici, che però verranno. Ce lo ha assicurato Babbo Natale. Nessuna parola è stata spesa per la soppressione del punto nascita e, soprattutto, della pediatria. Peccato che, solo nella zona di Fabriano, vi siano quasi ottomila ragazzi in età pediatrica che non meritano alcuna assistenza. Babbo Natale ci rassicura perché comunque ci sono i pediatri di famiglia».
«Una speranza però l’abbiamo: Babbo Natale ci ha detto che il problema non è tecnico. Ma allora forse sarà politico? In questo caso una soluzione l’abbiamo e nemmeno troppo lontana. Ricordiamoci dei torti subiti, contiamoci e soprattutto, a primavera, per le elezioni regionali non votiamo più per il Partito Democratico», l’appello del consigliere.
Anche il rappresentante di Forza Italia Fabriano in Assise civica, Olindo Stroppa, parla di un «libro dei sogni». E spiega. «Avremo assunzioni di nuovi medici, i nostri reparti di chirurgia, otorino, urologia che saranno all’avanguardia, ma nel frattempo abbiamo perso il laboratorio analisi, la pediatria, il punto nascite, il diabetologo, l’ortopedia è al lumicino, il personale medico e paramedico sta facendo turni massacranti per mantenere i servizi».
«Basta non vogliamo più le chiacchiere – continua – ma fatti concreti. Chiediamo una risposta precisa su quale sarà il futuro del nostro ospedale. Ci stanno svuotando lentamente e il nostro ospedale di riferimento sta diventando quello di Branca in Umbria. Questo è il caro prezzo che stiamo pagando grazie a una politica che da anni si sta dimenticando della montagna. Sicuramente fra qualche mese in campagna elettorale faranno il mea culpa e ci riempiranno di promesse, ma attenzione non abbiamo gli anelli al naso».