FABRIANO – Tema della partecipazione nel nuovo regolamento del Consiglio comunale, e botta e risposta fra maggioranza e opposizioni di Fabriano. Tutto ruota attorno all’aggiornamento del regolamento per l’Assise civica. «Aggiornamento necessario e urgente perché l’attuale è fuori norma, risalendo a prima del Tuel», ricordano a gran voce dalla maggioranza. Ma, se ciò è vero per il livello normativo, «sono, invece, solamente scelte politiche quelle che riguardano le modifiche sui meccanismi relativi alla presentazione di interpellanze e/o interrogazioni», ribatte il capogruppo del Pd, Giovanni Balducci.
Ed effettivamente pare proprio che sia così, visto che dalla maggioranza pentastellata di Fabriano non è stato, ancora, reso noto alcun riferimento normativo che indichi la disciplina di questo tema così come proposto. Dunque, una legittima presa di posizione politica in tema di partecipazione e spazi democratici in seno al consiglio comunale cittadino, da parte del Movimento 5 Stelle, oggi maggioranza.
La versione pentastellata viene ribadita dalla presidente del consiglio comunale di Fabriano, Giuseppina Tobaldi, che – fra le altre frasi – specifica il motivo del contendere. «Il nuovo regolamento prevede che l’odg sia condiviso in sede di capigruppo non più in base al criterio dell’ordine cronologico di iscrizione al protocollo, ma in base a criteri condivisi di urgenza ed importanza. Veniamo poi all’articolo incriminato che ha suscitato tanto scandalo: ogni consigliere può presentare una sola interpellanza in ogni consiglio comunale. Dal momento che le interpellanze sono soprattutto uno strumento delle minoranze, significa che viene sancito il principio della pari opportunità di intervento tra i consiglieri/gruppi di minoranza, essendo state le priorità decise e concordate (lo ripeto ancora) in capigruppo. Se facciamo un confronto con la situazione attuale, ora in ogni consiglio comunale al massimo si riesce ad esporre 6 interpellanze in un’ora. Con il nuovo regolamento se ne discuteranno fino a 9, se ognuno dei consiglieri di minoranza deciderà di presentarle. Naturalmente i tempi andranno rigorosamente contingentati rispetto ad ora, sia nella fase dell’esposizione, sia, soprattutto, nella fase della risposta da parte dell’amministrazione. La replica giova ricordarlo sarà solo per dire se si è soddisfatti o meno della risposta. Infine, non risponde a verità l’affermazione secondo cui il regolamento è una proposta della maggioranza. In realtà esso è stato elaborato dal segretario comunale, che fa esclusivamente il suo lavoro con correttezza e competenza e che non merita di essere accusata di aver scritto un regolamento a favore o contro qualcuno, come è avvenuto in occasione della commissione istituzionale del 27 novembre scorso. Se riassumessi quindi le novità: I tempi delle interpellanze/interrogazioni passano da un’ora a un’ora e mezza (almeno); C’è certezza sulla possibilità di presentare le interpellanze messe all’odg senza rinvii; Ad ogni consigliere è assicurata la possibilità di intervenire. Dove sarebbe l’attacco alla democrazia? Dove il bavaglio alle opposizioni? Dove la dittatura della maggioranza?», conclude Tobaldi.
Una spiegazione che non convince pienamente le opposizioni, in particolare il capogruppo Democrat, Giovanni Balducci. Infatti, si fa notare «come, per l’ennesima volta, il Movimento 5 Stelle di Fabriano non abbia il coraggio di dichiarare la frase principale. Cioè: è vero che il Regolamento debba essere aggiornato, ma la proposta relativa a odg e interpellanze e/o interrogazioni, sono frutto di una loro visione politica, dunque una scelta politica che, a oggi, nella bozza che ci è stata presentata, non sembra voler essere messa in discussione attraverso un confronto proficuo con le opposizioni. In questo consiste la dittatura della maggioranza. Una maggioranza che è tale oggi, ma potrebbe non esserlo domani. A differenza del regolamento del consiglio comunale che, invece, rimarrà modificato per anni da una maggioranza che tende a rifiutare il confronto democratico nonostante tante belle parole spese in campagna elettorale e, quotidianamente, sui social network».