Attualità

Fratelli coltelli in casa M5S: i pentastellati di Fabriano contro il “loro” Gruppo regionale

Auspicate le dimissioni e la non certificazione della lista in vista delle elezioni regionali della prossima primavera

Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Fabriano

FABRIANO – Non bastavano i botta e risposta ripetuti fra gli ex alleati di Governo, ora si apre anche un fronte tutto interno al Movimento 5 Stelle in vista delle Regionali del 2020. A dar fuoco alla miccia in modo pubblico, i pentastellati di Fabriano che attaccano frontalmente Giovanni Magi, capogruppo in Regione, e tutti coloro che la pensano in modo uguale in vista dell’appuntamento elettorale della prossima primavera.

«Visto che sta uscendo sui giornali da due giorni e che giustamente i commenti anche da parte delle altre forze politiche si accavallano vogliamo fare un po’ di chiarezza: non è il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione né il gruppo consiliare in Regione a decidere le alleanze per le prossime elezioni. Abbiamo letto delle dichiarazioni di quelli che dovrebbero essere dei portavoce che fanno sanguinare le orecchie e che evidenziano una volta per tutte la mancanza di un vero gruppo consiliare del M5S in Regione», la bordata iniziale del pentastellati di Fabriano in riferimento alle aperture su alleanze e nomi per provare a conquistare la prima Regione italiana in casa M5S.

«Noi non ci siamo mai riconosciuti, non abbiamo mai riconosciuto la linea politica tenuta, il modo di fare dove ognuno ha pensato a curare solo gli interessi della provincia di provenienza e nemmeno tanto. Non ci è mai piaciuto lo scollamento con la base i modi che hanno creato da sempre divisioni all’interno del M5S nel territorio marchigiano. Ora queste dichiarazioni rappresentano a nostro avviso la pietra tombale», il j’accuse che dimostra, ancora una volta, come non sia mai scorso buon sangue fra i pentastellati di Fabriano e i loro portavoce in Regione.

I primi, addirittura, auspicano dimissioni. «Molto meglio, sempre a nostro avviso, fare come in Sardegna nel 2014 dove nessuna lista venne certificata per le elezioni regionali e se avessimo un minimo di unità di intenti sarebbe giusto chiedere immediatamente l‘uscita dal Movimento di tutti i consiglieri regionali che si sono permessi di parlare di alleanze e di tutti gli altri consiglieri che eventualmente dovessero condividere i contenuti delle dichiarazioni rilasciate dal loro capogruppo. In alternativa ci aspettiamo che gli altri consiglieri chiedano le dimissioni del capogruppo da questo ruolo».