JESI – Lo statuto comunale si riprende la scena. È convocata per giovedì 11 luglio la conferenza dei capigruppo, allargata all’ufficio di presidenza del consiglio comunale, in seduta pubblica, per l’illustrazione della definitiva proposta di modifica del dibattuto regolamento municipale. La rimozione delle parole resistenza e antifascismo, poi re-introdotte, aveva infatti scatenato la polemica politica.
Nella nuova versione, dopo il riferimento ai valori della Resistenza, si legge: «Questa Città considera una sua irrinunciabile vocazione condannare tutte le ideologie e le diverse soluzioni politiche ed istituzionali che hanno soffocato o limitato le libertà collettive ed individuali di Noi cittadine e cittadini, italiani ed europei; è particolarmente vicina atutti quei popoli che, negli anni, in nome di una falsa uguaglianza e di una mentalità violenta, hanno subito i regimi totalitari del Novecento, causa di crimini, lutti, dolori,discriminazioni e violazioni delle libertà fondamentali».
Inoltre, «questa città – prosegue lo Statuto – promuove e persegue la cultura della pace, della cooperazione e della solidarietà tra i popoli e tra tutte le donne e gli uomini senza distinzioni di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali, di formazione culturale, nel rispetto della libertà e dell’uguaglianza delle cittadine e dei cittadini, e contrasterà sempre qualsiasi forma o manifestazione di intolleranza, di violazione della libertà di espressione, di discriminazione, di odio verso la diversità, le tante culture e le differenti popolazioni».
Il Comune di Jesi, si specifica anche, «con la propria storia, ha sempre fortemente contrastato il nazi-fascismo nella sua storica determinazione ed ogni altra manifestazione si possa rappresentare nel tempo».
Scetticismo da parte di Jesi in Comune. «L’idea di mettere mano allo Statuto – il commento del movimento di minoranza – era nata per aggiornare questo documento nella parte che riguarda gli istituti di partecipazione non più operativi “per legge” (circoscrizioni e difensore civico in particolare). La maggioranza ha poi proposto di rendere l’intervento più incisivo, mettendo mano ai pricipi fondamentali. Che in questo momento troviamo nell’art. 4, ma un domani (se passa il progetto della maggioranza) andranno a formare il nuovo art. 1 in una versione molto più ampia (e velletaria) dell’attuale. Esaminate queste intenzioni e preso atto della resistenza manifestata da una parte della società civile, Jesi in comune ha ripeututo più volte che occorre soprassedere alla modifica di questa parte dello Statuto comunale e concentrarsi sugli istituti di partecipazione, e su questo punto occorre coinvolgere maggiormente cittadinanza e organismi intermedi. Niente da fare per il momento, l’amministrazione sembra voler tirare dritto a costo di andare avanti a colpi di maggioranza. Non che l’attuale art. 4 sia da difendere a spada tratta. Ma nella sua maggiore semplicità non reclama una modifica urgente. Per cui, trattandosi della parte “fondativa” di un documento “fondativo” qual è lo Statuto, mettiamoci mano quando questa urgenza sarà sentita da tutta la città e da tutti i suoi rappresentanti».