JESI – Nuovo statuto, vecchi dissapori. Il nuovo regolamento municipale, approvato giovedì scorso, continua a dividere. Soddisfatta la maggioranza, delusa e polemica l’opposizione. «Il consiglio comunale del 25 luglio scorso è finito alle 3.20: i principi statutari della Città discussi a notte fonda – tuona Jesi in Comune -. Il Presidente Massaccesi, ostinato a non rinviare la pratica a settembre per motivi evidentemente politici, non si è premurato nemmeno di far conoscere all’opposizione l’ordine dei lavori. Se veramente si fosse trattato solo di aggiungere e aggiornare, non ci sarebbe stato alcun problema a ragionarci su di fronte alla città e non di notte “come dei ladri».
A detta del movimento di minoranza, vi è stato «zero rispetto nei confronti dei consiglieri e delle consigliere di opposizione, meno di zero verso i cittadini e le cittadine di Jesi che rappresentiamo in Consiglio e che, magari, avrebbero voluto seguire i lavori, altrettanto verso il personale del Comune rimasto fino a tarda notte. Massaccesi ha sospeso la seduta alle 19 circa per il Consiglio aperto sul biodigestore, senza comunicare se e quando sarebbe ripresa, perché non riusciva a mettere d’accordo la sua maggioranza, completamente assoggettata».
Aver rigettato la richiesta di tutte le opposizioni di rinviare la pratica a settembre, è il parere di Jesi in Comune, «anche in virtù dei quasi 40 emendamenti presentati (fatto che dimostra chiaramente la necessità di ulteriore rielaborazione e che lo Statuto non era pronto per essere approvato), e aver deciso, sempre e solo a maggioranza, che la pratica sullo Statuto andava posticipata dopo tutte le altre pratiche ordinarie (altrimenti alle 3 di notte avremmo discusso del bilancio) significa non avere rispetto per nessuno. Cosa abbastanza grave visto il ruolo che il Presidente del Consiglio ricopre, un ruolo istituzionale che dovrebbe essere super partes e che invece, in questa occasione più che mai, ha fomentato le divisioni e trattato le minoranze con arroganza. Morale della favola? Votazione a maggioranza risicata sulla “piccola” Costituzione della città, la cui approvazione viene comunque rimandata a settembre essendo mancata ieri la maggioranza qualificata dei 2/3. E ancora una volta una gestione autoritaria del Consiglio comunale da parte di un Presidente non idoneo al ruolo istituzionale che ricopre».
Di tutt’altro tenore, Jesiamo, movimento al fianco del sindaco Massimo Bacci: «Nato da un’esigenza di adeguamento alle nuove normative e chiamato ad un restyling oltre che all’inserimento di contenuti, il nuovo Statuto riprende i principi ed i valori che hanno caratterizzato la formulazione del vecchio testo ampliando la vista su nuovi ed attuali temi quali l’Europa, le politiche ambientali, il principio di sussidiarietà ed i giovani, protagonisti del futuro e tra i principali destinatari di questo nuovo testo – spiegano dalla maggioranza -. Istituito dal Presidente del Consiglio Daniele Massaccesi e poi presieduto dal Consigliere Tommaso Cioncolini, il gruppo di lavoro, che venuta meno l’iniziale disponibilità della minoranza ha visto la gran parte del lavoro svolta dalle forze di maggioranza, ha elaborato uno Statuto che ha cercato, nelle originarie intenzioni del Presidente del gruppo di lavoro e perseguite fino alla discussione degli emendamenti in aula consiliare, la condivisione ed il superamento di quelle diversità politiche che potevano dare un segnale di unità, almeno in questo caso, verso la città. Particolare attenzione alla partecipazione popolare verso la vita pubblica e politica della citta, vari sono infatti gli istituti regolati o che hanno assunto nuova linfa da questa rielaborazione come l’inserimento del question-time in occasione dei Consigli Comunali, alcune piccole modifiche ai forum pubblici – dimenticati e praticamente inutilizzati negli ultimi tempi ed ora nuovamente invocati – e la previsione dei Comitati di quartiere che saranno poi a parte disciplinati. Un’attenzione è stata posta all’universo femminile ed alla parità di genere che troverà presto esplicazione in un’apposita Consulta. La seduta è stata caratterizzata dalla presentazione di quasi 40 emendamenti da parte della minoranza, molti ripetitivi, segno di una tardiva collaborazione che forse avrebbe scritto una pagina ancora più virtuosa della nostra città».