Senigallia

Sit-in e volantinaggio al reparto mobile di Senigallia, la protesta del Siulp

Protesta del sindacato dei lavoratori di polizia a Senigallia che chiede nuove assunzioni e accende i riflettori sui turni di lavoro

Il presidio del Siulp a Senigallia

ANCONA – Sit-in e volantinaggio del Siulp davanti al XIV Reparto Mobile di Senigallia. Una decina di poliziotti in premesso sindacale, alcuni liberi dal servizio e un rappresentante locale della Cisl stanno manifestando dalle 9 di questa mattina – 9 novembre – per chiedere «una maggiore attenzione da parte del ministero» spiega il segretario provinciale del Siulp Alessandro Bufarini.

Nel reparto «lavorano 160 poliziotti, mentre dovrebbero essercene 205 come previsto dal decreto ministeriale» evidenzia «ai pensionamenti non seguono nuove assunzioni e il numero dei lavoratori si assottiglia. Non solo – prosegue – aumenta anche l’età media e i ritmi di lavoro diventano meno sostenibili». Bufarini precisa che il reparto di Senigallia è «uno dei principali in Italia che svolge servizi esterni, lungo costa Adriatica, coprendo un’area che va da Bologna a Pescara, arrivando fino in Lazio, a Roma».

Alessandro Bufarini (Siulp)

In tal senso il sindacalista evidenzia che «i ritmi che devono sostenere i colleghi con servizi di questo tipo sono serrati: oggi magari sono a Roma, domani a Pescara, dopo domani a Firenze, con la carenza di personale e turni da 10-12 ore, tra una trasferta e l’altra è difficile il recupero psico-fisico. Il ‘coast to coast’ non è più concepibile con poche ore di riposo». Da qui la richiesta di invio di nuovo personale.

Tra le criticità evidenziare da Bufarini c’è anche «il pagamento delle ore di straordinario rese in eccedenza ai limiti mensili, che sono ferme ad aprile 2022». Il Siulp dice no anche alle «squadre ‘depotenziate’ in ordine pubblico. I poliziotti sono già il primo bersaglio delle violenze di piazza e non hanno certamente bisogno che l’amministrazione li esponga a potenziali pericoli che minano l’operatività e la conseguente sicurezza delle squadre impiegate nei servizi di ordine pubblico, quando il numero di operatori che compongono le stesse è insufficiente a sviluppare i moduli previsti dal Ministero ossia quando la relativa composizione risulta da 8 operatori, a volte anche solo 7, in luogo dei 10 previsti. L’operatività e quindi la sicurezza dei poliziotti ma anche dei cittadini – conclude -, come negli addestramenti alle tecniche operative ciclicamente effettuati, si esplica nella sua completezza e, quindi, solo con la totalità degli operatori previsti».

© riproduzione riservata