FABRIANO – Avrebbe potuto scegliere di andarsene come, a malincuore, hanno fatto alcuni suoi cari amici. Invece Luca Bianchi, 25enne fabrianese, ha deciso di scommettere su se stesso, su ciò che la sua famiglia possiede e sul territorio. Il tutto all’insegna della qualità. E Fabriano può ripartire anche puntando sul ritorno alla terra, all’agricoltura e all’innovazione applicata a questo comparto.
Giovani imprenditori crescono e iniziano ad affermarsi. È la storia dell’ormai prossimo dottore in Scienze e Tecnologie Agrarie, corso di Laurea che sta per completare all’università Politecnica della Marche di Ancona, Luca Bianchi. Nella frazione fabrianese di Argignano, la sua azienda agricola, rilevata nel 2016 dalla nonna, ha iniziato la propria attività. Una folgorazione avuta dopo aver terminato gli studi all’Itis “Aristide Merloni”, indirizzo meccanica.
«Pensavo che la meccanica fosse la mia passione e invece non lo era – racconta il 25enne imprenditore agricolo -. Già da piccolo, dopo la scuola, mi capitava di aiutare i miei nonni, lavorando nella terra di famiglia. Mi occupavo dell’orto perché amavo e amo stare a contatto con la natura. Un giorno, un mio amico, nonché compagno di scuola, mi ha fatto conoscere il mondo delle api. Aveva delle arnie e l’ho visto lavorare su di esse. Mi sono subito informato perché mi ha incuriosito quanto ho visto fare. Sono un ragazzo che ama seguire il proprio istinto ed essere immediatamente attivo: dopo due giorni avevo già comprato la tuta da lavoro e, subito dopo, due arnie. Ho studiato da solo, a livello teorico, il mondo delle api e, tale è stata la passione, che a 20 anni ho deciso, senza sacrificio, di rinunciare ad un’estate all’insegna del divertimento, per lavorare dal mio amico Giorgio che mi ha insegnato le basi pratiche dell’apicoltura. All’inizio non pensavo potesse diventare un lavoro, era un hobby che via via ha preso più spazio».
Nel 2016 la scommessa di Luca, dopo averne discusso in famiglia, ha iniziato a prendere forma. «Ho rilevato l’azienda agricola intestata a mia nonna, specializzata nella produzione di cereali. A 24 anni, sono diventato imprenditore agricolo. Grazie al mio percorso di studi ho esaminato il mercato e capito che si doveva assolutamente puntare sulla qualità e non sulla quantità. Bisognava indirizzarsi sul biologico e, alla fine di un lungo iter, sono prossimo a conseguire la certificazione di produzione biologica per quel che riguarda miele, polline e farina di grano tenero».
Dunque, un’azienda agricola non monodimensionale. Partiamo dal grano. «Ho trovato un seme antico, Solina, che è un grano tipico dell’Appennino abruzzese. Studiando il microclima, mi sono accorto che anche Fabriano, considerata l’altitudine e la conformazione geografica, ben si prestava a una produzione del genere. Semino e raccolgo, senza trattamenti. Lo macino, in prima persona, in un mulino a pietra e poi, a breve, ho intenzione di iniziare la vendita al dettaglio delle farine». Sì, perché a distanza di un solo anno, l’azienda agricola di Luca Bianchi è in piena espansione.
Già si vende il miele. «Una delle caratteristiche del fabrianese è che abbiamo fioriture particolari e molteplici – evidenzia l’imprenditore agricolo -, sempre per una questione di altitudine, sono molte le fioriture spontanee che danno peculiari aromi al miele. Abbiamo tante potenzialità nella zona e vorrei specializzarmi come sommelier: ad ogni bevanda o pietanza, il suo miele. Ho un centinaio di arnie che, per il momento, mi consentono una produzione soddisfacente per una crescita imprenditoriale costante. Voglio valorizzare il miele della zona e, a seconda delle fioriture, fare un raccolto: acacia, millefiori, stachys, etc. Ciò che la natura offre ciascun anno, determina la mia produzione. L’idea vincente è seguire i ritmi della natura e produrre il miele di conseguenza, senza fossilizzarsi su una sola produzione. È inutile proporre il miele di acacia se non c’è stata una fioritura soddisfacente. Il rapporto che intendo instaurare sempre di più con la mia clientela si basa proprio sulla fiducia: deve sapere che se propongo un particolare miele è perché, in quell’anno, a deciderlo è stata la natura», racconta con particolare enfasi il 25enne. L’idea di Luca è continuare a crescere, «senza mai tradire questi miei principi e, quindi, non arrivando a una produzione intensiva, ma favorendo una qualità eccellente». Sebbene il settore del miele sia già conosciuto e apprezzato da tempo, Luca ha trovato un altro prodotto dell’ alveare su cui puntare: il polline.
«Questa è la nuova frontiera dell’apicoltura. Si tratta di un alimento iperproteico, ancora non molto conosciuto in Italia, ricco di proteine vegetali. Il polline va raccolto tutti i giorni, di sera, controllato e stoccato nel congelatore o essiccato. Viene utilizzato anche per cure ricostituenti, ne bastano 30 grammi al giorno. Può avere molti usi e credo che possa regalarmi grandi soddisfazioni», evidenzia il 25enne.
Nonostante la giovane età, Luca Bianchi ha le idee molto chiare, anche nell’esaminare il contesto e le criticità. «Potevo andarmene, ma mi sono messo in gioco partendo da ciò che avevo e ho scommesso su me stesso e sul territorio. Altri miei amici se ne sono andati. Sono giovane e mi diverto come tutti, ma so bene che piangersi addosso non porta da nessuna parte. Per quel che riguarda logo, etichettatura, foto e tutto il necessario per il prodotto finito, ho deciso di valorizzare solo professionalità del luogo: ho coinvolto i miei amici, persone di cui mi fido e di cui conosco le capacità. Mi farebbe piacere che le Istituzioni accompagnassero i giovani imprenditori, anche asfaltando le strade – solo per fare un esempio – per facilitare l’accesso a tutti i luoghi, anche alla mia azienda. Ripeto – conclude Luca Bianchi – ognuno è artefice del proprio destino e, siccome sono caparbio in modo positivo, ho tutte le intenzioni di vincere la scommessa».
Per chi volesse contattare Luca: aziendalucabianchi@gmail.com.