ASCOLI – Da circa due mesi, la Provincia di Teramo ha disposto la chiusura al transito del ponte sul Tronto dell’Ancaranese in direzione di Castel di Lama e la decisione sta creando notevoli problemi e destando un profondo malumore tra i cittadini, operatori commerciali e lavoratori della zona costretti a itinerari alternativi con tempi di percorrenza più lunghi per raggiungere la Vallata del Tronto e soprattutto i comuni di Castel di Lama, Spinetoli, Castorano e Offida.
La lettera
Nei giorni scorsi, il sindaco di Castel di Lama, Mauro Bochicchio, ha scritto una lettera indirizzata a tutti gli enti e alle autorità coinvolte con la quale ha inteso evidenziare i disservizi derivati dall’interdizione al traffico e per chiedere quanto meno la riapertura a doppio senso del ponte in calcestruzzo che avrebbe comunque una larghezza non inferiore a quella di altri ponti sul Tronto presenti nelle vicinanze. Si tratterebbe di una soluzione tampone per mettere fine a una situazione divenuta insostenibile, tenuto conto anche dei tempi necessari per realizzazione del nuova ponte la cui progettazione è stata affidata all’Ufficio speciale per la ricostruzione. La chiusura della strada sta creando notevoli disagi anche ai tanti lavoratori che devono raggiungere le imprese presenti lungo la zona industriale di Ascoli.
La Confcommercio
La decisione ha avuto inevitabilmente delle ripercussioni sulle attività commerciali della zona, che non nascondono il loro malumore. «La chiusura del ponte in mattoni Ancaranese sul fiume Tronto sta creando forti difficoltà alle imprese commerciali e di servizio operanti nella zona di Castel di Lama e di Villa Sant’Antonio, sia per il calo della clientela che per le difficoltà di rifornimento delle merci, poichè tutta la percorribilità delle strade, specie lungo la Salaria, è significativamente aggravata e rallentata – spiega Fausto Calabresi, presidente provinciale di Confcommercio -. Ci appelliamo alle autorità competenti, affinchè il problema venga risolto al più presto. Facendoci portavoce delle imprese penalizzate – conclude Calabresi -, ci scoraggia non sapere quali provvedimenti risolutivi saranno adottati in tempi brevi e speriamo di non assistere al rimbalzo delle responsabilità tra gli enti preposti».