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Investimenti per il porto di Ancona, è polemica sui fondi. Bastianelli (Cgil): «La politica abruzzese più incisiva»

Il segretario generale Cgil Ancona, interviene sulla spartizione delle risorse del Pnrr destinate agli scali di Marche e Abruzzo. Il sindacalista attacca la Giunta Acquaroli. Ecco perché

Un momento della conferenza stampa Cgil, Cisl e Uil

ANCONA – «Il porto di Ancona ha bisogno di realizzare il più velocemente possibile una serie di investimenti al suo interno». A lanciare l’allarme è il segretario generale Cgil Ancona Marco Bastianelli, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina ad Ancona, indetta da Cgil, Cisl e Uil.

Il sindacalista nel porre l’accento sull’importanza dell’infrastruttura nel panorama economico della regione, ha tracciato una roadmap delle opere da realizzare con urgenza per consentire al porto di Ancona di esprimere al meglio tutte le sue potenzialità.

Fra queste ci sono il completamento della Banchina 27, la realizzazione dell’investimento per ampliare le aree a mare dedicate a Fincantieri, con 90 milioni sul tavolo e la possibilità di nuove assunzioni, la progettazione delle rotte croceristiche e l’infrastrutturazione interna del porto.

L’altro nodo, secondo Bastianelli, è «immediatamente fuori dal porto» dove occorre realizzare in tempi rapidi il completamento del “triangolone” della Rete Ferroviaria Italiana il cui obiettivo è quello di riprofilare la linea di costa a nord del porto, lasciare spazio all’allargamento della Strada Statale Adriatica, connettendosi poi all“ultimo miglio”, ovvero il collegamento dell’infrastruttura con la variante alla Strada Statale 16.

Opere da connettere con l’Interporto di Jesi per giungere alla gestione integrata delle merci su rotaia. Per quanto riguarda ciò che emerge dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il solo intervento che abbia incidenza sul porto sono i 519 milioni per l’Orte-Falconara, ma per i sindacati non è sufficiente.

Marco Bastianelli, segretario generale Cgil Ancona

Accanto a questo il tema «del potenziamento della rete ferroviaria Adriatica e la necessità di consentire il più veloce collegamento viario Ancona- Civitaveccha. Secondo Bastianelli «c’è una grande necessità di attenzione a questo sistema di investimenti e infrastrutture che ormai è l’elemento nodale per ragionare sull’ulteriore sviluppo del porto di Ancona».

Il sindacalista evidenzia tuttavia che «negli ultimi mesi ci sono state consistenti problematiche che hanno segnalato una difficoltà ad affrontare le criticità con uno spirito di ricerca di unità del territorio attorno alle esigenze dell’economia e della società».

Il riferimento è allo scontro che si è acceso tra il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e l’ex presidente dell’Authority Rodolfo Giampieri, sulla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centrale, conclusasi con la nomina del commissario Giovanni Pettorino, e poi sull’esiguità delle risorse del Pnrr, inizialmente 20milioni e che sono salite a 152,6milioni come comunicato ieri dall’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli.

Bastianelli sull’incremento delle risorse spiega che se da un lato «quello che la Regione ha reso pubblico è assolutamente positivo» dall’altro «non è ancora un atto formale, si è voluto correre a rendere pubblica una notizia per porre rimedio ad una ridotta attenzione da parte della Giunta a questa infrastruttura».

Il sindacalista evidenzia che «è molto più forte un lavoro unitario del territorio, piuttosto del gioco politico delle parti, In questo senso la vicenda dell’Autorità portuale indica come non ci si deve muovere e da questo punto di vista noi ci aspettiamo che dopo un commissariamento, che sarà gestito da una persona di indubbio valore, segua la nomina di un presidente e di un segretario forti e autorevoli, e che sia innanzitutto l’espressione dei punti più rilevanti del territorio dell’Authority».

Bastianelli fa notare che «se le Marche prendono 92milioni e l’Abruzzo 65, con il porto di Ancona che è il 90% dell’attività dell’Autorità portuale, significa che la politica abruzzese è riuscita ad esercitare una forza maggiore rispetto a quella marchigiana nella rappresentanza oggettiva negli interessi, e questo rappresenta un elemento di riflessione». Insomma, secondo il sindacalista la Giunta della Regione Abruzzo «è stata più incisiva».

Sono oltre 6.500 le persone che lavorando al porto di Ancona, con una movimentazione in crescita costante negli ultimi anni e che già oggi registra una netta ripresa di traffici sul 2020, con +24% di merci, riallineandosi al 2019.