ANCONA – Il porto di Ancona protagonista di un incontro della Uil Marche. Nell’occasione è stata inaugurata anche la nuova sede dell’associazione, proprio nell’area portuale, sulla banchina Nazario Sauro.
«Il porto è il fulcro dell’attività economica regionale, una realtà viva e attiva». Lo ha descritto con queste parole il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, intervenuto all’incontro insieme ai segretari generali delle categorie coinvolte all’interno dell’area portuale ovvero, Paolo Andreani (segretario generale Uiltucs), Enrica Mammucari (segretaria generale Uila Pesca), Rocco Palombella (segretario generale Uilm), Vito Panzarella (segretario generale Feneal Uil), Marco Verzari (segretario generale aggiunto Uil Trasporti). Una tavola rotonda al Ridotto delle Muse per parlare di “Porto è Regione – Un’idea di sviluppo economico e sociale per le Marche”. L’evento, al quale hanno preso parte anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, il presidente dell’Autorità Portuale, Vincenzo Garofalo e Roberto Giulianelli, docente di Storia Economica all’Univpm, ha preceduto l’inaugurazione della nuova sede Uil al porto di Ancona. «Un’infrastruttura importante non solo per Ancona ma per tutto il territorio – ha detto Bombardieri al suo arrivo – Occorre indirizzare gli investimenti in quelle infrastrutture che possono dare un valore aggiunto sia per l’occupazione che per lo sviluppo. La sicurezza? Dal Governo ci aspettiamo fatti concreti, siamo stanchi di chiacchiere e demagogia. In un Paese civile non è accettabile morire per andare al lavoro».
Nel corso dell’incontro sono stati resi i numeri dell’infrastruttura: 6.500 lavoratori, compresi gli occupati delle pubbliche amministrazioni con competenza esclusiva in ambito portuale. «Scambi mercantili, pesca e navalmeccanica sono i tre settori cardine di un’economia che ha forgiato la comunità locale dandole un’identità – ha spiegato Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche che ha moderato l’incontro – ma il porto di Ancona rimane comunque passivo con maggiori traffici di merci in arrivo, rispetto a quelle in partenza. Continua il trend storico per cui l’entroterra non utilizza il porto di Ancona per commercializzare le sue merci». Nelle Marche la pesca supera gli 80 milioni di Pil. L’industria regionale della nautica da diporto è specializzata nel settore yachting (67%), grandi yacht di lusso, manutenzione e raggruppa 25 realtà tra cantieri, designer, contractor di interni, componenti tecnici, impiantisti, servizi e istituzioni. Aziende che, con la loro attività, hanno fatto delle Marche uno dei principali distretti di riferimento per il lusso sia degli yacht che delle navi da crociera. «Abbiamo sempre pensato al porto come un tema nevralgico e importante – ha detto il presidente Acquaroli – ritenendolo un formidabile asset per tutta la regione. Questo territorio ha una dotazione naturale di infrastrutture, oltre al porto che rappresenta il traino per grandezza e storicità, anche l’aeroporto e l’interporto ma non possiamo dimenticare che queste realtà sono raggiunte da autostrada e ferrovie. Per il porto resta fondamentale dare prospettiva e questo significa spazi e collegamenti veloci, altrimenti una mancanza di risposte rischia di far delocalizzare le imprese. Dobbiamo lavorare tutte insieme per dare a questa infrastruttura un futuro all’altezza delle aspettative della nostra regione».